PESCARA – Si è tenuto questa mattina al Senato della Repubblica il Convegno organizzato dal SAPPE su “IL RUOLO DELLA POLIZIA PENITENZIARIA NEL SISTEMA DELLA SICUREZZA NAZIONALE”, i cui lavori sono stati moderati dallo scrittore e giornalista Carmelo Sardo (capo redattore cronache del Tg5). “E nel corso del convegno è arrivata la notizia, da parte del Direttore Generale del Personale del DAP Massimo Parisi, che il 19 aprile sarà bandito un nuovo concorso pubblico per l’assunzione di 1.700 nuovi Agenti di Polizia Penitenziaria, a completamento di un impegno politico sulle nuovi assunzioni nelle carceri che ha visto assumere nuovi agenti, ispettori, contabili, direttori e psicologi”, spiega Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. Dopo gli interventi di diversi esponenti parlamentari, di esponenti del sindacalismo interforze, della magistratura e del Ministero della Giustizia, hanno preso la parola i responsabili dei servizi di eccellenza della Polizia Penitenziaria – il generale Mauro d’Amico (direttore del Gruppo Operativo Mobile GOM) e il dirigente di Polizia Penitenziaria Augusto Zaccariello (comandante del Nucleo Investigativo Centrale NIC – che hanno illustrato l’operatività dei rispettivi organismi.
Il convegno è stata l’occasione per il primo intervento pubblico del nuovo Capo del DAP Carlo Renoldi, la cui nomina suscitò diverse polemiche: “Voglio evitare qualsiasi tipo di polemiche, anche se alcune mi sono dispiaciute perché hanno toccato “corde profonde” come l’assassinio di Paolo Borsellino. Penso al carcere come ad una comunità nella comunità e per questo dico al SAPPE che “dobbiamo fare squadra” ed evitare artificiose contrapposizioni. Ci confronteremo sui temi prioritari come la vigilanza dinamica, che per il SAPPE ha favorito e favorisce l’aumento esponenziali degli eventi critici in carcere, e la video-sorveglianza, che è cardine della sicurezza in carcere”.
Molto dibattuto, dai relatori, la proposta del SAPPE di “arrivare ad avere un Capo della Polizia Penitenziaria che provenga dai ruoli del Corpo ed una riorganizzazione del Corpo che sia più funzionale al sistema della sicurezza del Paese, considerato proprio che il nostro Corpo di Polizia è espressione di una specializzazione nel panorama del Comparto Sicurezza e del sistema giustizia del Paese. Per le carceri servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose. I decreti svuota-carceri, che più di qualcuno continua ad invocare ad ogni piè sospinto, da soli non servono: serve una riforma strutturale dell’esecuzione”.