“Coperte di lana, coperte calde, beni di prima necessità. Questo prima di tutto è quello che serve”, sono le parole di Lesya Voloshyn, cittadina ucraina, attualmente residente ad Ovindoli ieri sera intervistata su #Marsicast. La donna ha i genitori a Leopoli, oggi sede dell’ambasciata italiana e ieri ha raccontato i tragici eventi che stanno avvenendo nel suo territorio natio.
Da oggi, nella città di Ovindoli, Lesya ha iniziato una raccolta di beni di prima necessità da inviare a coloro che stanno soffrendo. “In Ucraina è molto freddo, si scende sotto i quindici gradi sotto lo zero anche in questo periodo. Ci sono circa 30 km di code di persone in fuga nei paesi limitrofi. Sono civili che provano a fuggire dall’Ucraina. C’è gente che fugge a piedi o come può. Anche bambini”.
“Ogni giorno le mie figlie chiamano i nonni nella speranza di poterli continuare a sentire. Ogni casa ha dei bunker sotterranei dove di solito è conservato il grano d’inverno. Oggi questi bunker sono dei rifugi e loro sono lì”, racconta Lesya, “tanti edifici sono stati colpiti, tante le vittime civile, questo orrore deve essere fermato”.
“Personalmente credo molto nel presidente Zelensky, è un uomo coraggioso. Non possiamo piegarci alle minacce di Putin. La bandiera dell’Ucraina è gialla come il grano e la serenità e azzurra come la libertà. Questi colori devono tornare a splendere sul cielo di Kiev”.
Alla domanda cosa dici ai tuoi familiari per tranquillizzarli in questo periodo Lesya si ferma. Ha paura per loro, ed è lontana. “Dico loro che tutti sono con noi. Dico che presto vinceremo questo conflitto, dico l’Ucraina non si piegherà. E prego”.