Stimolare la crescita di un territorio significa porre in essere politiche pubbliche che rafforzino il grado di conoscenze della popolazione, a partire dai percorsi nei luoghi dell’istruzione. Questa consapevolezza è necessaria anche in vista degli investimenti previsti nel Pnrr.
In società tecnologicamente avanzate e sempre più specializzate, le conoscenze e le competenze delle persone rappresentano la vera risorsa per il progresso di una comunità. Non solo perché a livello individuale la mancanza di formazione è uno dei fattori che ostacolano l’accesso a un mondo del lavoro dove sono richiesti profili professionali sempre più specifici. Ma anche perché è soprattutto dalla capacità di investire sulle persone che dipende la vitalità sociale, economica e culturale di un territorio.
Da qui l’importanza attribuita agli investimenti in educazione e formazione, per accrescere quello che spesso viene definito capitale umano.
A partire da questo assunto vengono pianificate le politiche pubbliche per l’educazione e la formazione, anche nell’ambito del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Delle risorse destinate all’istruzione, alla formazione, all’università e alla ricerca ha parlato recentemente anche il presidente del consiglio Mario Draghi, in occasione di una visita ai laboratori sotterranei dell’Istituto nazionale di fisica nucleare del Gran Sasso.
Occorre mettere in moto una serie di meccanismi che insieme generino capitale umano, intendendo con questa definizione quell’insieme di capacità, conoscenze, abilità e relazioni che le persone acquisiscono innanzitutto attraverso l’educazione e altre esperienze formative. Un bagaglio insostituibile perché costruito in modo diverso e unico da ogni individuo.
L’opportunità del Pnrr è cruciale per migliorare le competenze di chi si forma prima sui banchi di scuola e poi su quelli delle università. La quarta missione del piano si chiama proprio “istruzione e ricerca” e finanzia con 30,88 miliardi di euro questo settore.
La prima componente di questa missione prevede investimenti per 19,44 miliardi ed è stata chiamata “Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università”. Tra gli obiettivi principali c’è anche l’ampliamento della platea degli studenti che partecipano ai test Invalsi. La seconda componente, invece, è chiamata “Dalla ricerca all’impresa” e vale 11,44 miliardi di euro. L’obiettivo è insomma arrivare a potenziare le infrastrutture di ricerca e del capitale umano, a supporto dell’innovazione.
Il monitoraggio degli apprendimenti della popolazione studentesca di un istituto, di una regione e dell’intero paese rappresenta un passaggio fondamentale per capire l’efficacia delle politiche pubbliche in ambito formativo. Farlo attraverso il metodo oggettivo dei dati è se possibile ancora più importante, perché permette la valutazione dell’efficacia del sistema educativo, l’individuazione di criticità e la comparazione tra aree e situazioni diverse, con l’obiettivo di impostare politiche pubbliche efficaci. Attraverso prove omogenee tra le aree del paese, ogni anno Invalsi verifica i livelli di apprendimento raggiunti da ragazze e ragazzi delle scuole, in età e gradi di istruzione diversi.
La restituzione del monitoraggio può avvenire attraverso diverse modalità. C’è poi la possibilità di accedere a informazioni aggregate fino al livello comunale attraverso un portale opendata.
Si tratta di un elemento ulteriore da non sottovalutare, dal momento che il territorio abruzzese si caratterizza per l’ampia presenza di aree interne. In Abruzzo infatti il 9,75% dei minori vive in un comune periferico o ultraperiferico, distante almeno 40 minuti dal polo più vicino. A fronte di una media nazionale del 6,6%.
Inoltre si tratta di un territorio composto di tante specificità, che vanno dalle competenze nel settore primario di certe aree interne – la conca del Fucino è una delle zone strategiche per la coltivazione di ortaggi nel paese – ad aree più industrializzate, come la Val Vibrata nel teramano e soprattutto i distretti industriali in provincia di Chieti e Pescara.
Come abbiamo evidenziato, per conoscere i livelli di apprendimento degli studenti esiste Invalsi. Ma cosa sappiamo sui risultati raggiunti dagli studenti abruzzesi? Prendendo i risultati di ragazze e ragazzi all’ultimo anno (anno scolastico 2020/21), i punteggi medi dei test di matematica mostrano che l’Abruzzo si colloca al di sopra delle principali regioni del mezzogiorno, ma al di sotto della media nazionale, fissata a 191 punti.
Soprattutto il dato abruzzese nei test di matematica (182 punti) appare lontano da quello dei territori con i risultati più elevati, come la provincia autonoma di Trento (221), la Lombardia (211), la Valle d’Aosta (206), il Piemonte (204). [grafico]
Scendendo a livello comunale, invece, è Chieti, con un punteggio medio di 191,92, il capoluogo abruzzese con il dato più elevato nei test Invalsi di matematica al quinto anno. Seguono Teramo (185,93), Pescara (184,69) e L’Aquila (182,83). [mappa]
Dei 23 comuni per cui il dato è disponibile, si segnalano, con un punteggio medio anche superiore rispetto a quello di Chieti, Guardiagrele (202,62), Montesilvano (198,79), Roseto degli Abruzzi (195,18) e Popoli (194,99). In questo caso, tutte le località citate registrano punteggi superiori alla media nazionale.
Da questi dati è necessario ripartire, per stimolare la crescita del capitale umano e quindi dell’intera regione, anche attraverso le risorse messe a disposizione dal piano nazionale di ripresa e resilienza.
Sono gli stessi dati sulla quota di neet (not in education, employment or training), ossia quei giovani che non studiano, non lavorano né cercano lavoro, a mostrare come l’innalzamento del livello delle competenze sia cruciale per migliorare la condizione sociale ed economica di un territorio. Le regioni con più giovani neet sono generalmente quelle in cui i risultati in termini di competenze risultano più bassi.
L’Abruzzo in questo senso si caratterizza per collocarsi a poco distanza dalla media nazionale in entrambi gli indicatori. Abbiamo già visto per i punteggi medi Invalsi di matematica in V superiore. Lo stesso ragionamento vale anche per l’italiano e nelle stesse classi: l’Abruzzo risulta avere una media 184 punti, a fronte dei 190 in media a livello nazionale. [grafico]
Rispetto ai neet, l’Abruzzo è in una posizione intermedia rispetto alle altre regioni ma leggermente migliore rispetto alla media nazionale. Se in Italia i giovani non occupati e non inseriti nei percorsi di istruzione e formazione sono il 23,3% del totale, in Abruzzo sono il 20,7%.
È di fronte a questi dati, a maggior ragione in una fase come l’attuale segnata dalla pandemia, che il piano nazionale di ripresa e resilienza ha posto particolare attenzione alla riforma degli Its, gli istituti tecnici superiori.
Dal punto di vista organizzativo sono delle fondazioni partecipate, di norma, da almeno un istituto tecnico o professionale, un ente locale, un’agenzia formativa accreditata dalla regione, un’impresa del settore produttivo cui si rivolge l’Its e un dipartimento universitario scientifico o tecnologico. I corsi degli Its si rivolgono a 6 diverse aree tematiche e tecnologiche, dall’efficienza energetica alla mobilità sostenibile, dalle tecnologie per la vita a quelle per il made in Italy. Possono avere durata biennale o triennale e almeno la metà dei docenti deve provenire dal mondo del lavoro.
Erano 18.273 gli iscritti a percorsi di Its a ottobre 2021, in Italia. Ad aprile 2021 in Abruzzo erano attivi 13 percorsi attivi negli Its della regione, per un totale di 366 iscritti. La maggioranza era iscritta nei 7 percorsi relativi alle tecnologie per il made in Italy (196), 122 nei percorsi afferenti l’efficienza energetica e 48 in quelli sulla mobilità sostenibile.
Attualmente gli Its in Abruzzo sono 5. Tre si occupano di nuove tecnologie per il made in Italy e negli altri di mobilità sostenibile ed efficienza energetica. L’Istituto tecnico superiore “per l’efficienza energetica” si trova nel polo scolastico dell’Aquila. Gli its “nuove tecnologie per il made in Italy, sistema meccanica” e “Most” (Mobilità sostenibile nel trasporto merci e persone) sono situati invece in provincia di Chieti. L’Istituto tecnico superiore “nuove tecnologie per il made in Italy: sistema tessile, abbigliamento e calzaturiero” si è insediato a Pescara. Infine, quello “nuove tecnologie per il made in Italy sistema agroalimentare e sistema moda” trova sede nel teramano. [mappa]
Anche dalla riforma e dal potenziamento di queste istituzioni, come previsto dal Pnrr, passerà lo sviluppo delle competenze dei più giovani sui territori, in Abruzzo e in Italia.