Dopo due anni di pandemia, una guerra mondiale alle porte, non poteva mancare anche l’asteroide.
Noto come 2009 JF1 ha una piccola possibilità di schiantarsi sulla Terra, parliamo di 1 probabilità su 1380, un numero non altissimo, ma statisticamente significativo. La minaccia è da tenere sotto controllo visto che il sasso è grande 130 metri di diametro e se mai dovesse impattare il nostro pianeta potrebbe fare gravissimi danni.
L’asteroide è classificato come NEO, Near Earth Object, un “oggetto vicino alla Terra”. Le probabilità di impatto sono state calcolate dalla Nasa e dall’Esa, l’Agenzia Spaziale Europea che monitorano i suoi movimenti attraverso specifici programmi. Secondo l’ESA la distanza minima possibile che potrebbe raggiungere a maggio del 2022 è pari a 0.0000172 Unità Astronomiche, “solo” 2.500 chilometri.
A quella distanza, la gravità esercitata dalla Terra potrebbe potrebbe davvero spingere l’asteroide su uno stretto corridoio in grado di farlo schiantare con la superficie del nostro pianeta . Si parla dello 0,026 percento di probabilità, che comunque fanno paura se si pensa alle conseguenze.
L’impatto di un masso del genere scatenerebbe un’energia di 230 chilotoni, pari alla detonazione di 230mila tonnellate di tritolo. Sarebbe 15 volte più potente di una bomba atomica e se cadesse in mare potrebbe dare origine ad un mostruoso tsunami. Il sasso è costantemente monitorato e ne sentiremo parlare ancora. Nella scheda relativa all’asteroide 2009 JF1, scoperto quasi dodici anni fa dall’Osservatorio di Mount Lemmon in Arizona, “vediamo che questo corpo celeste non ha dimensioni preoccupanti, né tanto meno simili a quelle della piramide di Cheope: è piccolo, ha un diametro di 13 metri”, spiega Perozzi. Ci sono poi altri due parametri da tenere in considerazione: il punteggio sulla Scala Torino (TS) e quello sulla Scala Palermo (PS). La prima valuta da zero a dieci la pericolosità di un oggetto combinando la probabilità di impatto con il potenziale danno derivato: “Nel caso dell’asteroide 2009 JF1 il valore è pari a zero, dunque non c’è da preoccuparsi”, sottolinea l’esperto dell’Asi. La Scala Palermo, invece, è una scala logaritmica più complessa usata per valutare il rischio di impatto: “In questo caso ha un valore negativo, segno che non c’è da allarmarsi. Infatti l’asteroide, seppure monitorato nella lista dei potenziali rischi, non è considerato tra le priorità”.