Rocca di Mezzo (L’Aquila), 1329 metri sopra il livello del mare. Situato alle pendici di Monte Rotondo, Rocca di Mezzo è un luogo unico per gli scenari che la contornano. Sede del Parco naturale regionale Sirente-Velino del suo territorio fanno parte anche i suggestivi Piani di Pezza, ed è collocato tra le due stazioni sciistiche di Campo Felice e della Magnola: ciò la rende una ambita meta turistica. Le telecamere Rai con Sem Cipriani, hanno raggiunto questo borgo insieme allo scrittore Peppe Millanta per la rubrica a cura di Paolo Pacitti,“Quota Mille”.
Come racconta Millanta: “Le vicende storiche del paese sono strettamente legate all’Altopiano delle Rocche: il lungo periodo di innevamento, le asperità naturali e la scarsità di comunicazioni hanno provocato infatti un isolamento duraturo nel tempo. Eppure è sempre stata una zona molto ambita, per la ricchezza dei suoi pascoli e per la sua posizione strategica, proprio a cavallo tra Celano e l’Aquilano”.
“Il nome – prosegue – deriva dalla presenza in epoca medievale di una rocca, tutt’oggi visibile, e dalla sua posizione, centrale all’interno dell’altipiano rispetto alle altre rocche che la costellano.
Secondo la tradizione, il borgo attuale fu fondato intorno all’anno mille, da quattro comunità dedite alla pastorizia e all’agricoltura che si riunirono per ragioni difensive”.
Osservando lo sviluppo dell’abitato di Rocca di Mezzo è possibile riconoscere almeno tre fasi della sua storia, essendo il paese diviso in tre parti: il Borgo, di origini medievali, è il nucleo più antico del paese, posto sulla cima del colle, con case in pietra, vicoli ripidi e la Chiesa Madre; la Morge, alle pendici del colle, edificato intorno al 1500, dove si trovano tratti di mura del borgo medievale e i rinomati “Tre Archi”; il nuovo incasato, sull’altopiano, costruito nel ‘900, con alcuni edifici con influenza liberty.
Federico Fellini scelse questo borgo per girare alcune scene di uno dei suoi film più importanti, “La strada”: film ferocemente criticato a Venezia, perché tradiva gli stilemi del neorealismo a favore della favola e dello spiritualismo, temi che diventeranno poi centrali nella produzione felliniana, incarnando uno stile nuovo che alcuni chiameranno “realismo visionario”. Eppure si aggiudicò il premio Oscar. Tra gli sceneggiatori, c’era Ennio Flaiano.
“Fellini – conclude Millanta – scelse questi luoghi perché gli avevano assicurato che qui avrebbe nevicato. Erano arrivati invece alla fine delle riprese e della neve non c’era traccia. Fellini andò a dormire tormentato prima dell’ultimo giorno di lavorazione, ma quando si svegliò, trovò Rocca di Mezzo “imbiancata”: non si trattava di neve ma erano lenzuola, sequestrate a tutte le famiglie del posto e allestite per l’occasione da uno dei collaboratori del Maestro”.
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