TAGLIACOZZO – Sono già trascorsi 15 giorni, dal 4 ottobre, quando, con oltre il 60% dell’elettorato e 3259 voti, Prospettiva Futura 2.0 ha raccolto “il plebiscito” tagliacozzano. Da quel dì, tuttavia, la città è ancora in fremito in attesa della formazione della giunta comunale.
Il GiovaBis è solo all’inizio e per tagliare il cordone ombelicale dalle urne, il Sindaco rieletto Giovagnorio deve fare i conti per freddare la “patata bollente” della giunta.
Con uno sguardo al risultato elettorale (non è stato possibile recepire il numero preciso delle preferenze di lista, in quanto i presidenti di seggio non lo hanno riportato nel verbale finale), sembrerebbe che il popolo non si sia espresso solo sulla preferenza del primo cittadino. Se si dovesse accettare il criterio democratico del voto, i cittadini avrebbero già fornito alla città una nuova giunta comunale:
Roberto Giovagnorio 700 voti, Alessia Rubeo 673 voti, Giuseppe Mastroddi 502 voti, Chiara Nanni 456 voti.
I tagliacozzani, inconsciamente o meno, hanno espresso anche la giusta quota rosa che deve essere per legge del 40%. In pratica, ci si troverebbe di fronte ad un’effettiva Prospettiva Futura 2.0 con Alessia Rubeo al posto dell’uscente Alessandra di Girolamo.
Del resto, tra i consiglieri citati e gli altri candidati, ci sono circa 200 preferenze di scarto espresse dal popolo tagliacozzano. Con un’ipotetica Anna Mastroddi (428 voti) nuovamente alla presidenza del Consiglio Comunale, il gioco potrebbe essere più che fatto.
Cosa si sta aspettando dunque?
La patata bolle ormai sotto gli occhi di tutti, perché nel calderone c’è anche l’accordo con il gruppo de Il Paese Che Vorrei. Un accordo che ha fatto tanto discutere, quello che ha fatto trionfare il civismo, che ha distrutto i piccoli partiti, che ha tolto la voglia a qualsiasi altra lista di competere regalando a Giovagnorio la cosiddetta “maggioranza bulgara”.
In più interviste, il leader alleato non candidato, Maurizio Di Marco Testa, ha dichiarato di non aver mai preteso alcun assessorato nelle audizioni con Roberto Giovagnorio e il sindaco rieletto, durante la formazione delle liste. Stando a voci in città, emerge esattamente il contrario.
Assessorato quindi ad Angelino Poggiogalle con 302 voti? Si aprono diversi nodi da sciogliere e in base alla risposta, infatti, il Giovabis rischierebbe di perdere il suo lato “bulgaro”. Da una parte, il gruppo de Il Paese che vorrei, rivendicherebbe i 577 voti ottenuti dai due candidati (Poggiogalle & Angelo Di Marco) per ottenere l’assessorato. Stando ai numeri, però, la somma di entrambi non eguaglia nemmeno il candidato più votato, cioè Roberto Giovagnorio (700 voti). E volendo essere ancora più precisi, la somma totale di tutta la compagine maschile è di oltre 2000 voti, comprese le new entry di Augusto D’Alessandro e Goffredo Valente. Cioè quattro volte di più dei candidati DiMarcoTestiani.
Se Giovagnorio decidesse di annullare il “pactum”, perderebbe de facto, il totale della maggioranza: Poggiogalle e Di Marco si accomoderebbero sui banchi dell’opposizione potrebbero formare un asse contrario. In sostanza, non cambia molto dal passato: la stessa situazione di cinque anni fa, senza Tagliacozzo Unità.
D’altra parte, la nomina di un candidato de Il Paese Che vorrei, sulla base di un eventuale accordo pre-elettorale, richiederebbe l’uscita dai giochi di un fedelissimo del Giova: Giovagnorio o Mastroddi. Applicando la “regola” dei gruppi, sarebbe Mastroddi quello a saltare, cosicché la maggioranza sia formata da Pd (R.Giovagnorio), P.Futura (C.Nanni), P.CheVorrei (Poggiogalle) e la new entry Alessia Rubeo.
Ma l’assessore uscente con ben 502 voti, dovrebbe forse lasciare il posto al nuovo membro senza dire nulla?La sfida tra gli assessori “Taormina” come si chiamano scherzando i consiglieri eletti Mastroddi e Poggiogalle, creerebbe altre spaccature: nel secondo filone degli eletti, (gruppo attorno ai 300 voti), ci sono anche Danilo Iacoboni e Lorenzo Colizza, figure protagoniste in Prospettiva Futura anche nel Giovagnorio 1. Entrambi, forse, potrebbero non accettare così facilmente il nuovo ingresso in giunta, dopo cinque anni di semplici consiglieri.
Altra strada, sarebbe la rinuncia di una donna. In questo caso, il pensiero cade sulla Rubeo, che da nuova eletta, ancora non esperta, potrebbe proiettarsi verso una “gavetta” politica. La Nanni, in quanto membro di Prospettiva Futura già nella precedente amministrazione, con oltre i 450 voti, dovrebbe, salvo smentite, riconfermare il suo titolo.
Ma anche in questo caso, la soluzione non è scontata. Il sindaco dovrebbe per legge cercare un’altra figura femminile. Se, e solo se, non riscontrasse donne che accettino l’incarico, potrebbe rifugiarsi in una terza figura maschile, formando la giunta con Giovagnorio, Mastroddi e Poggiogalle.
Ultima strada del GiovaBis, sarebbe quella della nota “staffetta”. Due anni e mezzo a testa. In questo, tutti (o quasi) contenti. In questo caso, per un periodo di tempo, ci sarebbe spazio, forse, anche per i nuovi entrati, come il commercialista Augusto D’Alessandro e l’Avv. Alessandra Ricci. Ma saranno tutti d’accordo?
Domande e poche risposte. Intanto il sindaco, scherzando, si appella ai Santi e chiede ausilio a San Francesco D’Assisi, avviando poi un giro di consultazioni con gli eletti. Sabato 23, l’ultimo giorno per presentare il nuovo consiglio comunale. Si attende la risposta sulla carta o “dal cielo”.