Immaginate di andare al classico colloquio scuola famiglia come genitori. Entrate dal professore di matematica e vi racconta che vostro figlio ha la media del 4. Poi passate a italiano e la storia è la stessa, media del 4. Poi andate dal prof di chimica e pure lì c’è la media del 4.
Tornate a casa imbestialiti per la sorpresa di cui avevate solo qualche avvisaglia e vostro figlio candidamente vi risponde “mi dichiaro soddisfatto, d’altra parte in condotta ho 6”.
È la sensazione che si ha oggi dinanzi alle dichiarazioni di alcuni partiti e allora proviamo a fare chiarezza perché, a nostro avviso, l’elettorato con il voto e l’astensione ha provato a dare un segnale che andrebbe colto.
Se si guarda alle due partite elettorali più significative giocate in provincia dell’Aquila nell’ultimo anno (Avezzano e Sulmona), appaiono evidenti alcune considerazioni.
Il centrodestra diviso perde al ballottaggio. Il centrodestra, unito, non mette piede neppure al ballottaggio.
Sembra un paradosso ma è così.
Ad Avezzano, pur sbagliando tutto, Lega e Fratelli d’Italia erano arrivati al secondo turno. A Sulmona, quelli del centrodestra riuniti dall’appoggio di Forza Italia, hanno fatto addirittura di peggio, fermandosi alla soglia bassissima del 20%. Saranno così costretti a vedere la partita tra Di Piero e Gerosolimo dalla tribuna, salvo strambe alleanze.
Per fortuna è andata male anche a livello nazionale, quindi nessuno potrà chiedere spiegazioni o dimissioni ai dirigenti provinciali. Eppure, di spiegazioni da dare ce ne sarebbero molte. In due anni Lega, Fratelli D’Italia e Forza Italia, hanno perso il capoluogo marsicano e quello peligno, cedono Ovindoli, dove non ce la fa il consigliere regionale Angelosante e, a Tagliacozzo per non perdere, sono saliti sul carro di Giovagnorio quando era scontata la sua vittoria.
Ma quel che è peggio è che hanno perso gli elettori tra slogan inconcludenti, conferenze stampa in cui si annunciano fantomatiche vittorie al primo turno tra i sorrisetti dei ben informati e candidati imposti da logiche incomprensibili.
Scomparsi i 5 stelle, il Partito democratico è praticamente assente dalle elezioni marsicane ma ottiene un risultato a Sulmona che lascia sperare per il futuro, soprattutto perché il futuro si chiama elezioni regionali.
Le amministrative cambiano i rapporti di forza nel centrodestra: FdI sorpassa la Lega e diventa il primo partito (anche se non sfonda)
Tutti dati che appaiono coerenti con la situazione nazionale, tranne uno.
Se nella penisola Forza Italia dà qualche segno di rilancio con la vittoria di Occhiuto e una ripresa dei sentimenti moderati, ciò non accade nella nostra Provincia.
Dopo due anni di “cura De Angelis” il partito è praticamente distrutto. A Sulmona sfiora il 2% dove la lista totalizza un numero di voti con il quale non si può essere eletti neppure rappresentanti di classe alle superiori.
Ed il risultato più clamoroso è proprio quello dell’ex sindaco di Avezzano che, da candidato consigliere nella città di Ovidio, chiude con una cifra tonda che più tonda non si può: zero voti.
Parafrasando una nota battuta cinematografica, potremmo dire che il consenso di alcuni partiti è ormai come una scatola di confetti: vuota.