Non è nuovo a questi vuoti di memoria l’ex sindaco decaduto Gabriele De Angelis, vuoi che sia sui social o che sia sui giornali, (il nostro no, perché come sempre non ci manda i comunicati, ma ormai ce ne siamo fatti una ragione, non essendo ne dipendenti e ne asserviti del broker,) non manca mai nel dimenticare il suo operato e di trasformare ogni scelta di questa amministrazione in polemica. Non è nuova nemmeno la sua antipatia verso i giornalisti, quei giornalisti, che osano mettere in discussione il suo “Vangelo” e che puntualmente chiama in maniera dispregiativa “giornalai” offendendo due categorie: gli edicolanti e i giornalisti.
Strano direte! Ma non ha anche lui un giornale?
Solo qualche giorno fa ci hanno mandato l’ennesimo insulto pubblicato sulla sua bacheca Facebook dove asseriva che nel comune di Avezzano c’erano dei “giornalai” assunti e pagati con i soldi degli avezzanesi per insultare chi fosse contro questa amministrazione. Chiaramente la cosa non ci risulta, l’importante è fare polemica e dimenticare che proprio lui nel suo staff aveva assunto una giornalista pagata profumatamente, con i soldi dei cittadini, per insultare chi contestasse l’operato della sua amministrazione; ma questa è storia nota.
Torniamo all’ennesima amnesia del broker, con il comunicato inviato alla stampa, qualche giorno fa:
Villino Cimarosa all’asta, De Angelis: “Decisione gravissima. Pronto il progetto di riqualificazione a carico della Fondazione Caripasq, perchè invece di sottoscriverlo si vuole privare la città di un bene storico?”
“Decisione gravissima vendere il villino Cimarosa, che offende il prestigio della Città di Avezzano e sottrae ai cittadini un bene di altissima valenza storica.
Perché sottrarre dal patrimonio del Comune un bene storico di così particolare importanza?
Perché adesso l’amministrazione Di Pangrazio, invece di sottoscrivere una convenzione già pronta che restituirebbe al giusto decoro un simbolo della storia di questa città SENZA COSTI A CARICO DEI CITTADINI, vuole vendere l’immobile?
Quale convenienza trae a spossessarsi di un edificio di altissimo e riconosciuto valore storico e a vantaggio di chi?
Bene, questo in sintesi il comunicato stampa di De Angelis che parla sempre di progetti, di accordi, ma di atti firmati non se ne sono visti, come per la vicenda Irim per il nuovo municipio. Ma lo smemorato non era di Collegno?.
Alfredo Chiantini, in risposta all’entrata a gamba tesa dell’ex sindaco decaduto, “nel suo maldestro tentativo di confondere le acque sulla storia recente e passata del villino Cimarosa, forse per un vuoto di memoria, dimentica che, esattamente il 19 marzo del 2013 (atto n. 78), quando era assessore nella prima giunta guidata da Gianni Di Pangrazio, votò a favore dell’alienazione del bene sempre con le stesse finalità di oggi: evitare la perdita di quel pezzo di storia. L’ex sindaco fa un uso parsimonioso della verità. Ne prende un pezzo e sbadatamente fa finta di non notare ciò che è palese coprendolo con inutili e pesanti accuse rivolte ora al commissario Prefettizio ora all’amministrazione attuale”.
E passiamo alla “convenzione” con la fondazione Carispaq per il recupero del villino Cimarosa annunciata il 21 marzo del 2019, in sala consiliare, in pompa magna, ma rimasta “a metà del guado. Viene da chiedersi”, aggiunge Chiantini, “perché nei successivi 80 giorni di governo della città, prima della sfiducia del consiglio comunale, De Angelis, imprenditore del fare, non si è adoperato per perfezionare l’atto propedeutico al restauro. Possibile che non ha trovato un minuto per siglare e chiudere la vicenda, salvando il villino? Forse era distratto da altre priorità, come lo spostamento del mercato in zona nord e il fare cassa con il T-red delle multe. Purtroppo per De Angelis, gli annunci e i desideri sono una cosa: gli atti concreti, come ad esempio quello approvato in consiglio comunale da questa amministrazione che ha chiuso la vicenda del nuovo Municipio, sono altro. Però, prima di lanciarsi in accuse spericolate e fare magre figure, faccia mente locale”.
Ora, al di là delle polemiche strumentali, però, per evitare che la città perda il prezioso bene, visto che l’operazione restyling mantenendo il bene nel patrimonio comunale tentata dalle ultime quattro amministrazioni non si è chiusa, il Comune ha bussato alla Soprintendenza il rinnovo dell’autorizzazione all’alienazione. La strada più saggia per togliere l’edificio storico dal degrado e riconsegnarlo restaurato a finalità di interesse generale coerenti con l’alto valore che rappresenta nella storia cittadina.
In conclusione vi lasciamo con un proverbio che forse il broker De Angelis dovrebbe tenere a mente: “Chi non ha buona testa ha buone gambe”. Significa che, prima di iniziare una attività, occorre organizzare tutto per bene, altrimenti si dovrà correre ai ripari successivamente.