CELANO – I fatti risalgono al 2015, allorché un residente di via Fontegrande, A.P. presentò denuncia nei confronti del Sindaco Settimio Santilli, in quanto, secondo sue dichiarazioni, i residenti della suddetta via parcheggiavano le proprie autovetture in curva ed in divieto di sosta.
Il problema sarebbe sorto ulteriormente, perché A.P., uscendo da una stradina privata per immettersi in carreggiata, avrebbe avuto la visuale occupata dai mezzi parcheggiati.
A seguito di controlli effettuati dalla Polizia Locale, all’epoca dei fatti, non erano state ravvisate infrazioni, tanto da non poter elevare sanzioni nei confronti dei proprietari delle vetture oggetto della contestazione.
Il P.m. del Tribunale di Avezzano, dottoressa Lara Secaccini, aveva ritenuto opportuno comunque emettere, nei confronti del primo cittadino e del comandante di polizia locale, un avviso di garanzia per omissione di atti di ufficio.
Oggi, a sei anni dai fatti, il Gip dottoressa Daria Lombardi, ha archiviato il caso ritenendo infondata la notizia di reato: “per quanto riguarda l’omissione di atti di ufficio ricondotta al sindaco del comune di Celano per non aver elevato sanzioni per divieto di sosta nei confronti delle vetture parcheggiate sulla strada, non ravvedendo, un comportamento quiescente, posto che sopralluoghi e controlli erano stati fatti e non erano state elevate sanzioni, non essendo state trovate vetture irregolarmente parcheggiate”.
Quindi, in mancanza dei presupposti previsti dall’art. 410 c.p.p, la notizia di reato è stata archiviata de plano (ossia senza convocare un’udienza, n.d.r.) perché infondata e ha disposto la restituzione degli atti al P.M.
Il Sindaco Settimio Santilli è stato difeso dall’avvocato del foro di Avezzano, Antonio Fegatilli.
Questo è solo l’ultimo esempio emblematico di quali difficoltà debba affrontare un qualsiasi sindaco e quanto sia facile incorrere in denunce di qualsiasi genere ed essere poi sottoposto a processo.
È solo di qualche giorno fa la notizia della protesta a Roma di centinaia di sindaci, guidati dal Presidente dell’Anci, Antonio Decaro, e della presentazione del documento #dignitàperisindaci, in cui, gli stessi, chiedono al Governo e al Parlamento maggiori tutele e rispetto per il loro lavoro. Ad oggi però non risulta che alcun atto concreto sia stato ratificato dal governo a tutela dei primi cittadini italiani che sono coloro che vivono quotidianamente i veri e reali problemi dei cittadini, affrontandoli spesso senza strumenti e con leggi che comunque li espongono eccessivamente e li tutelano pochissimo; svolgono una vera e propria missione al cospetto di remunerazioni irrisorie rispetto alle responsabilità di cui si viene chiamati a rispondere.
Nel caso specifico, parliamo addirittura di multe stradali che dovrebbero essere mera competenza della polizia locale. Perché se un Sindaco è chiamato ad elevare anche multe siamo veramente alla frutta.