L’AQUILA – “Sembra che una sorta di maledizione abbia colpito da un paio d’anni gli automobilisti che si muovono dall’Aquila verso Pescara (o Chieti o la costa meridionale abruzzese). E non si tratta certo del Covid”, così in una nota il consigliere regionale del Pd, Pieropaolo Pietrucci.
Abbiamo denunciato negli anni passati l’assurda vicenda dell’autovelox “killer” di Bussi – che da giugno 2019 ha inflitto circa 50mila multe anche a chi superava il limite di 70 km/h – puntando l’indice contro il Comune che lo ha istallato seminascosto tra gli alberi e che ha recapitato le contravvenzioni pochi giorni prima del termine finale di comunicazione di 90 giorni consentito per legge, beffando così molti automobilisti che hanno ricevuto – a distanza ravvicinata – più multe che avrebbero potuto evitare se avessero saputo in tempo dell’attivazione del dispositivo.
Considerando che la Strada Statale 153 è l’unica arteria a scorrimento veloce, tra L’Aquila e Pescara ed è usata spesso da pendolari che la percorrono per lavoro o necessità, presentammo una Risoluzione in Consiglio regionale per chiedere la rimozione o la sospensione dell’autovelox di Bussi, a tutela dei cittadini abruzzesi, e per sollecitare l’Amministrazione comunale di Bussi a revocare in autotutela le contravvenzioni emanate, riconoscendo la fondatezza dei pronunciamenti già emessi da Prefetture e Giudici di Pace.
A distanza di un anno da quelle vicende, da mesi una nuova assurda complicazione colpisce la mobilità automobilistica in quella zona, impedendo l’accesso dalla SS 5 nell’Autostrada A25 dal casello di Bussi-Popoli per chi proviene dall’Aquila o dalla valle Peligna.
Prima ci sono stati, per mesi e mesi, i lavori di rafforzamento strutturale ai piloni dello svincolo di accesso e il casello è stato completamente chiuso.
Adesso, invece, l’ingresso è chiuso parzialmente perché una norma del Codice della Strada impedisce sulle strade statali l’attraversamento a raso della carreggiata opposta per immettersi in un’altra arteria.
Perciò da mesi, mentre chi viene da Pescara può immettersi in A25 perché l’ingresso del casello è sulla carreggiata di destra; chi invece viene dall’Aquila non può farlo e per entrare in autostrada deve arrivare a Torre de’ Passeri.
Oppure, molti automobilisti – esasperati da questo grottesco disagio – appena superato in casello decidono pericolosamente di fare inversione di marcia, anche abbattendo i birilli messi sulla linea di mezzeria e, tornando indietro come se venissero da Pescara, imboccano il casello.
Naturalmente il rimpallo di responsabilità tra ANAS e Autostrada dei Parchi non fa che alimentare confusione, delusione e rabbia.
Da mesi si parla di realizzare una rotatoria, ma di fatto la situazione resta irrisolta.
Adesso con la stagione estiva e il traffico dei mezzi pesanti il disagio aumenta. Le difficoltà colpiscono anche le ambulanze. E quando riprenderà regolarmente il traffico degli autobus, i pendolari dovranno calcolare almeno 40 minuti di tempo in più per recarsi e tornare dal lavoro.
Bene ha fatto la CGIL a sollevare il problema chiedendo l’intervento del Prefetto di Pescara.
E certamente la Regione, se avesse un briciolo di sensibilità, invece di assistere passivamente al disagio dei suoi concittadini, cercherebbe di attivarsi con gli enti preposti per una soluzione rapida ed efficace.