PESCARA – “Il concorso per gli OSS della Asl di Pescara si è rivelato un ennesimo fallimento del centrodestra e l’ulteriore conferma, se ce ne fosse bisogno, che questi signori si riempiono la bocca di parole e rassicurazioni a cui però i fatti non seguono mai. Al contrario di quanto era stato promesso alla delegazione di Operatori Socio Sanitari incontrati a seguito della manifestazione di protesta per i licenziamenti, nella delibera di concorso non vi è nessuna clausola di salvaguardia specifica, nessun riconoscimento per il lavoro svolto nel periodo di pandemia e nella Asl di Pescara. Niente. Gli OSS che hanno prestato servizio proprio nei mesi più duri della pandemia ricevono un altro duro colpo dalla Regione a trazione Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia e dalla Asl. Una vergogna e un’ingiustizia senza precedenti”.
È durissimo il commento del Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari che ha sostenuto con fermezza la protesta degli OSS e che con loro era andato a incontrare lo stesso Assessore alla sanità.
“Questi lavoratori – continua – hanno svolto servizio nei primi mesi della pandemia: quando il vaccino era una speranza e della malattia si conoscevano pochi aspetti. Sono andati a lavorare in una condizione di estrema precarietà, tramite convocazione di agenzia interinale a volte mese per mese, ma non si sono mai tirati indietro. Di tutta risposta, però, sono stati licenziati, buttati via. Qualcuno li ha definiti ‘eroi a tempo’, ed è così. Io stesso, a seguito delle proteste, che ho sostenuto e condiviso, ho ascoltato con le mie orecchie le promesse di rendere giustizia a chi ha curato le nostre famiglie. Abbiamo chiesto di inserire nel bando di concorso una riserva per chi avesse svolto servizio nella Asl proponente. Una misura regolare, anzi la definirei una misura di giustizia, applicata già in altre regioni. Invece oggi che leggiamo il bando ci rendiamo conto che nulla di quanto promesso è stato attuato. La Regione poteva fare e non ha fatto, una scelta, che seppur legittima, non possiamo condividere perché è umanamente ingiusta. Ancora una volta il centrodestra in Abruzzo parla in un modo e agisce in un altro. Noi non molleremo di un millimetro, continueremo a batterci per il riconoscimento dei meriti e del lavoro svolto sul campo da questi ragazzi che quando tutto sembrava buio con la loro forza di volontà e professionalità hanno portato un po’ di luce”. conclude.
“Questi lavoratori – continua – hanno svolto servizio nei primi mesi della pandemia: quando il vaccino era una speranza e della malattia si conoscevano pochi aspetti. Sono andati a lavorare in una condizione di estrema precarietà, tramite convocazione di agenzia interinale a volte mese per mese, ma non si sono mai tirati indietro. Di tutta risposta, però, sono stati licenziati, buttati via. Qualcuno li ha definiti ‘eroi a tempo’, ed è così. Io stesso, a seguito delle proteste, che ho sostenuto e condiviso, ho ascoltato con le mie orecchie le promesse di rendere giustizia a chi ha curato le nostre famiglie. Abbiamo chiesto di inserire nel bando di concorso una riserva per chi avesse svolto servizio nella Asl proponente. Una misura regolare, anzi la definirei una misura di giustizia, applicata già in altre regioni. Invece oggi che leggiamo il bando ci rendiamo conto che nulla di quanto promesso è stato attuato. La Regione poteva fare e non ha fatto, una scelta, che seppur legittima, non possiamo condividere perché è umanamente ingiusta. Ancora una volta il centrodestra in Abruzzo parla in un modo e agisce in un altro. Noi non molleremo di un millimetro, continueremo a batterci per il riconoscimento dei meriti e del lavoro svolto sul campo da questi ragazzi che quando tutto sembrava buio con la loro forza di volontà e professionalità hanno portato un po’ di luce”. conclude.