di Roberta Placida e Maria Paola Zaurrini
AVEZZANO – Spesso sui giornali leggiamo solo notizie che mettono in luce storture e che suscitano polemica. Diciamo la verità: c’è quasi un gusto del “brutto”, dello scandalo ad ogni costo. Eppure, a volte, farebbe bene a tutti nutrirsi di bellezza, o, comunque, ascoltare notizie che in qualche modo ispirino un po’ di serenità. Nei giorni precedenti abbiamo spesso parlato dei disservizi del centro vaccinale della “Vivenza”: file interminabili, persone rimandate a casa senza aver ricevuto la dose di vaccino, ritardi, ore passate sotto il sole o sotto la pioggia. In un momento come questo, in cui la tensione è diventata quasi una cifra esistenziale, sicuramente queste criticità non aiutano, ma portano all’esasperazione il disagio che da più di un anno viviamo.
Però, e meno male che c’è sempre un “però”, oggi possiamo parlare, in merito a questo stesso Hub vaccinale, in modo positivo: possiamo dire di file scorrevoli, di attese minime, di personale gentile e disponibile che con il sorriso fuga ogni dubbio, di buona amministrazione e di buona sanità. Infatti, in questi giorni tutto scorre perfettamente e i tempi di attesa, rispetto all’orario di prenotazione, sono ridotti al minimo. Una cosa ci preme sottolineare subito: tutto ciò che non è andato per il verso giusto non è stato per causa degli operatori del centro, anche loro vittime di un sistema che ha scaricato sulla base della piramide tutto il peso di una organizzazione dall’alto che, se da una parte impartisce ordini e impone numeri da raggiungere, dall’altra non si rende conto della crisi e delle difficoltà oggettive di alcune ASL che non hanno personale sufficiente, non hanno, insomma, “numeri” per far fronte a quello che questa pandemia ci sta chiedendo in termini di risorse umane su cui investire. Possibile che in Italia una pandemia di tale portata debba essere gestita grazie al volontariato? Non solo quello ufficiale – protezione civile, medici in pensione e altre organizzazioni- ma anche quello dei medici ospedalieri sottoposti a turni massacranti per tentare di “fermare un’onda con le mani”? Possibile che ancora, ad un anno e mezzo dall’inizio di questa crisi, qui in Italia non si riesca a fare una seria politica di assunzioni nell’ambito della sanità? Domande che lanciamo nell’etere e alle quali, purtroppo, sappiamo che una risposta non arriverà.
La nostra giornalista Maria Paola Zaurrini ha intervistato Antonio Del Boccio, referendario del Sindaco con particolare riferimento all’emergenza Covid 19, presso il sito di vaccinazione allestito nella palestra “Eroi di Nassiryia, scuola “Vivenza”.
Di seguito l’intervista:
D: Il centro vaccinale della Vivenza è stato oggetto di polemiche per quanto riguarda la cattiva organizzazione, cosa può dirci a riguardo?
R: “Effettivamente abbiamo riscontrato fino alla settimana scorsa delle criticità: ci siamo accorti come comune che era il caso di intervenire; siamo intervenuti su piccole cose che hanno sistemato la situazione. Adesso scorre tutto tranquillamente: sono stati aggiunti dei gazebo per l’accoglienza, per riparare le persone in fila dal sole e dalla pioggia, è stato messo un tabellone elettronico, quindi i medici di volta in volta possono far scalare i numeri dei degli utenti in maniera ordinata, abbiamo sistemato anche l’areazione della palestra. Stiamo cercando di coprire con dei teli di tipo militare le vetrate perché con la stagione più calda le vetrate della palestra potrebbero scaldarsi troppo e, di conseguenza, far scaldare l’ambiente. Abbiamo riportato la farmacia nel centro vaccinale, quindi si è ovviato al tran tran che veniva fatto tra il centro vaccinale e l’ospedale civile: fino all’altro ieri le dosi venivano preparate all’ospedale e più volte al giorno doveva andarle a prelevare un operatore, con conseguenti ritardi nelle operazioni. In questo modo si è ovviato al problema fondamentale che era causa di disservizi, quello del trasporto delle dosi: i vaccini, infatti, ora vengono preparati direttamente nell’hub vaccinale. Cosa manca? I vaccini! Se arrivassero il doppio dei vaccini che di norma arrivano, la ASL, in sinergia con il Comune, nel centro vaccinazioni della “Vivenza”, sarebbe in grado di somministrare il doppio delle dosi che si inoculano ora. La media è sulle 600/700 vaccinazioni effettuate, ma ci sono giornate in cui arrivano 120 dosi. Questo è il dramma che ci blocca. Se ne arrivassero 1500, noi riusciremmo a fare 1500 vaccinazioni”.
D: Quindi tutte le problematiche sorte negli ultimi tempi sono state causate proprio dalla mancanza di vaccini?
R: “Ormai l’unico gap è questo. Ripeto: se arrivassero anche 2000 dosi al giorno, il Centro vaccinale di via Don Luigi Sturzo sarebbe in grado di somministrarle tutte. Il problema è che noi sappiamo solo la mattina le dosi che ci sono state assegnate: e non dipende né da noi, né dalla ASL locale, ma dal sistema nazionale”.
D: Voi riuscireste a sostenere le eventuali 1500 dosi con i volontari, medici e infermieri attualmente in servizio?
R: “Assolutamente sì! Ma prima di rispondere più compiutamente, mi sento in dovere di ringraziare prima di tutto i volontari, i medici in pensione che si sono messi a disposizione della cittadinanza, i ragazzi della protezione civile comunale, il cui responsabile politico è Maurizio Seritti, che si occupano di organizzare gli ingressi, di dare informazioni e di distribuire anche acqua a chi ne avesse bisogno e i volontari di tipo sanitario, come gli OSS e gli infermieri. Tornando alla domanda: sì, se qui arrivassero 1500 dosi, potremmo somministrarle tutte! Il problema è che non arrivano”.
Non ci resta che sperare nel buon… Figliuolo.