Consumi consentiti nei bar e ristoranti anche al bancone o ai tavoli degli esercizi in “zona gialla”. Riapertura delle attività di banchetti collegate agli eventi della vita come matrimoni, compleanni, lauree.
Ripresa delle sagre locali. Tre i punti proposti all’attenzione dei parlamentari abruzzesi, sotto forma di emendamenti al decreto legge 52 del 22 aprile scorso, dalla Cna Abruzzo, che in una lettera indirizzata a deputati e senatori chiede di farli propri in sede di conversione in legge del testo dedicato appunto alle “misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche”.
Gli emendamenti messi a punto dal responsabile nazionale di Cna Alimentare Gabriele Rotini, e inviati all’attenzione dei parlamentari di Camera e Senato eletti in Abruzzo dal presidente regionale della confederazione artigiana, Savino Saraceni, si fondano sull’esigenza di garantire «a comparti segnati in modo grave dai danni arrecati da chiusure o limitazioni di orari, come l’area della ristorazione e degli eventi, risposte rapide, pur nel rispetto rigoroso di protocolli e misure messi a punto per il contenimento della pandemia da Covid-19».
Nel merito, il primo emendamento propone che dal 1° giugno prossimo, nella “zona gialla”, le attività dei servizi di ristorazione, svolte da qualsiasi esercizio, siano consentite anche al chiuso, con consumo al banco, sul posto e al tavolo, dalle 5 del mattino fino alle 22. Il secondo emendamento propone, sempre dal 1° giugno, lo svolgimento di feste susseguenti a cerimonie civili o religiose, considerando il graduale calo dei contagi e l’incedere della campagna di vaccinazione: si propone di anticipare la data di ripresa di banchetti, ricevimenti e buffet, conseguenti a matrimoni e feste private in genere. Il terzo emendamento, infine, si allinea a quanto già previsto per i congressi e convegni, proponendo che dal 1° luglio, sempre in zona gialla, siano consentite sagre, fiere locali e altri eventi simili, ferma restando la possibilità di svolgere, anche in data precedente, attività preparatorie che non prevedono afflusso di pubblico. «Il Paese – scrive Saraceni – si sta pazientemente avviando sulla strada della ripartenza, e per questo urge muoversi in anticipo, rifuggire l’improvvisazione e programmare con norme efficaci la ripresa di di ogni forma di manifestazione collettiva in presenza».