ROMA – La scuola riapre e sempre più studenti stanno tornando sui banchi. Da oggi 19 aprile sono 6 milioni e 850mila gli alunni in presenza, cioè l’80,5% degli 8,5 milioni totali. Da lunedì 26 aprile, se non insorgeranno nuove zone rosse, in classe potrebbero tornare praticamente tutti. Un ‘ritorno di massa’ che, sebbene fosse atteso ormai da mesi, preoccupa non poco. Le riaperture in generale sono viste da più parti anche come un rischio per quanto riguarda le possibili conseguenze negative in una situazione epidemiologica ancora grave.
“Le riaperture? Ne ero e ne sono tuttora contento. Non possiamo rimanere chiusi tutta la vita. Ma non bisogna esagerare e bisogna evitare il gioco dell’oca”, afferma Francesco Vaia al Corriere della Sera, precisando che “adesso è fondamentale procedere come le formichine e pensare a un piano Marshall per scuola e trasporti” sui quali “bisognava intervenire ieri, io lo dico da maggio dello scorso anno. E invece si è perso troppo tempo: bisogna sfruttare la bella stagione per gettare le basi e predisporre le fondamenta per il prossimo autunno, integrando con i privati e investendo nella scuola. Lo si fa rapidamente e senza indugi”.
La ripresa dalla scuola completamente in presenza “preoccupa molto” Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale dii Milano, intervenuto ad ‘Agorà’ su Rai3. “Non tanto i piccolini, ma gli adolescenti e la fascia giovanile”, ricorda, sono “colpiti dalla variante inglese” del coronavirus Sars-CoV-2 “in modo più ampio e con forme asintomatiche, quindi difficili da individuare senza uno screening”. Il rientro in classe “rappresenta sicuramente un’esigenza – ammette l’esperto – Lo si vuole, lo si desidera ed è necessario per certi versi. Lo vedo anche all’università, nei corsi che faccio in differita: l’efficacia è sicuramente inferiore almeno per una parte dell’insegnamento, per la discussione, per l’interazione”. Tuttavia, mentre “un protocollo all’interno della scuola, se ben seguito, minimizza i dati e alcuni studi ce lo dicono, tutto ciò che è la mobilità intorno spaventa – evidenzia Pregliasco – perché alla fine sono quelli i luoghi di maggior affollamento” e quindi “di maggior rischio”.
Intanto per oggi i sindacati della scuola sono stati convocati dal ministero dell’Istruzione per affrontare anche il tema sulla riapertura delle scuole, oltre all’esame di Maturità, l’aggiornamento del protocollo di sicurezza e il reclutamento dei docenti.
“Posso comprendere i timori” dei presidi, considerato che si tratta di “passare da una situazione di scuole chiuse a un ritorno totale. Mi preme sottolineare come far tornare i nostri ragazzi in classe sia una buona notizia, e sicuramente ci siamo assunti la responsabilità di questa scelta. Credo che tra oggi e domani saranno giornate di intenso lavoro e piena condivisione con i sindacati e con le Regioni. Condivideremo quelle che saranno le procedure, insieme ovviamente al Cts. Certamente quello dei test salivari può essere un tema che può dare una soluzione. Siamo convinti che, nel giro di un paio di giorni, condivideremo quelle che saranno le linee guida per creare le condizioni per far tornare i nostri ragazzi nelle aule”, fa sapere il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, intervenuto a ‘Buongiorno’ su Sky Tg24 facendo il punto sul lavoro in corso per consentire un ritorno sicuro nelle aule scolastiche.
“Bisogna lasciare alle scuole la facoltà di stabilire la percentuale di studenti che deve frequentare: mancano 4-5 settimane, si può fare una turnazione per cui il 75/80% degli studenti va in presenza e l’altro viene deciso dalla scuola. Qualche elemento di flessibilità sarebbe necessario”, ha dichiarato Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, intervenendo a ‘Omnibus’ su La7. “Tutto può andare – ha aggiunto Giannelli – il punto è il rischio che vogliamo accettare ed essere chiari. Bisogna dire alle scuole cosa devono fare con quelle aule in cui 30 studenti non possono stare distanziati di un metro: le facciamo usare lo stesso o no? Noi siamo assolutamente favorevoli al rientro a scuola degli studenti, lo abbiamo detto in continuazione nei mesi passati, ma ci è stato risposto che non c’erano le condizioni sui trasporti. Ora sui trasporti la situazione è invariata, quello che è cambiato è il numero di vaccinazioni”.