AVEZZANO – Una fila lunga, ordinata, rispettosa di persone che vogliono essere presenti. È la fila che porta alla Cattedrale, dove è stata allestita la camera ardente per i quattro escursionisti. Non sembrano nulla quei minuti di attesa per salutare Valeria, Gianmarco, Gian Mauro e Tonino, rispetto ai giorni interminabili delle ricerche, all’attesa di una notizia, alla speranza divenuta vana a causa del più crudele dei destini.
Dolore, vicinanza, commozione. Sono questi i sentimenti che hanno guidato lo spirito delle numerosissime persone che oggi pomeriggio si sono raccolte in un momento di preghiera. Tutta la Marsica ha seguito con apprensione lo svolgersi delle ricerche dei soccorritori, dalla sera del 24 gennaio scorso. Una tragedia che ha lasciato un solco nel cuore di tutti.
Mascherine al volto, silenzio, occhi lucidi e ricordi: sono tutti in fila per via Marconi gli amici, i parenti, ma anche i cittadini spinti dalla volontà di un simbolico abbraccio per quattro escursionisti, la cui vita, il cui sorriso, dice qualcosa di positivo. È un rito collettivo quello che si è celebrato oggi: per esorcizzare il fatto che può succedere a tutti noi, ai nostri figli, alle famiglie più stimate, alle storie d’amore che ascoltiamo con piacere.
Dopo le 20, la camera si è chiusa e sarà riaperta domani mattina dalle 7 alle 13, prima dello svolgersi della cerimonia funebre che si terrà alle 15, celebrata dal Vescovo Pietro Santoro. “Ho chiuso le porte della nostra cattedrale; questa notte la fiamma della lampada custodirà i corpi dei quattro nostri fratelli”, ha scritto su Facebook don Claide Berardi, “è stato un momento fra i più strazianti che ho vissuto. Due cose però porto nel cuore: il dolore composto, la fortezza, il coraggio sereno e grave di queste famiglie. Ringrazio Dio perché esistono persone così e prego: il Signore sia Consolazione per loro. Rimarrà poi dentro di me l’orgoglio di essere parte di questa gente e a questa terra. Si, abbiamo tanti problemi, conosciamo i nostri limiti, ma scopriamo, quasi d’incanto, di essere Comunità. Siamo duri come la roccia dei nostri monti, ma capaci di un amore essenziale, forte, caldo per abbracciare, sorreggere, custodirci l’un l’altro. Grazie Marsica”.