L’AQUILA – Oltre 2300 infermieri hanno risposto all’avviso della Asl, ai fini del reclutamento del personale, a tempo determinato, da utilizzare anche nell’emergenza covid.
Un esercito di candidati (provenienti da diverse regioni) da cui è stata ricavata una graduatoria 2222 idonei, stilata in base ai titoli, che gli uffici della Asl hanno finito di predisporre in questi giorni, al termine di un lavoro molto impegnativo che ha comportato l’utilizzo di un numero significativo di dipendenti. L’azienda sanitaria attingerà a piene mani (non ci sono limiti di utilizzo) a questa maxi graduatoria per immettere in servizio, in tempi molto brevi, infermieri da impiegare principalmente per contrastare la pandemia ma anche per rimpiazzare coloro che sono assenti dal lavoro a vario titolo.
La graduatoria, formalizzata oggi con la pubblicazione della delibera da parte della direzione Asl, potrà essere utilizzata subito. Verranno convocati, con tutta urgenza, gli infermieri collocati nelle prime posizioni e poi si procederà, di volta in volta, al progressivo scorrimento. La durata delle assunzioni oscilla tra 6 mesi e 1 anno e consentirà alla Asl di reclutare infermieri in modo rapido. La Asl ha attuato la procedura veloce dell’avviso perché il concorso, già bandito nei mesi scorsi per 105 posti, prevede per legge un iter molto articolato e avrebbe richiesto tempi lunghi che l’azienda, alle prese con la pandemia, non può permettersi.
La necessità di rafforzare i ranghi degli infermieri rientra tra le strategie dell’Azienda per affrontare l’emergenza in atto e farsi trovare pronti di fronte all’eventualità di una terza ondata della pandemia. All’interno della graduatoria, messa a punto sulla base delle oltre 2.000 domande arrivate, vi sono anche operatori che, lavorando già in azienda con contratti di somministrazione, sono già rodati dal punto di vista lavorativo e non dovranno essere sottoposti a specifica formazione covid. Tra il personale che verrà reclutato ci sarà anche la figura dell’infermiere di famiglia che seguirà a casa i malati, al di fuori dei casi covid, soprattutto per problematiche legate alla cronicità: una figura destinata a rafforzare l’azione sul territorio.