AVEZZANO – Ci sono trasmissioni televisive che sono molto scomode come “Report”, “le Iene”, “Striscia la notizia”. Scomode per i trasgressori e coloro che delinquono nella realtà politica e sociale, scomode per chi vive come struzzo e non vuole sapere, perché poi quando scopre la verità sono pugni nello stomaco. Partiamo dal presupposto che il 25 novembre è la giornata contro la violenza sulle donne. Quando si parla di violenza sulle donne si pensa immediatamente al femminicidio, ma violenza in base alla Treccani si intende anche : “… con riferimento a persona, la caratteristica, il fatto di essere violento, soprattutto come tendenza abituale a usare la forza fisica in modo brutale o irrazionale, facendo anche ricorso a mezzi di offesa, al fine di imporre la propria volontà e di costringere alla sottomissione, coartando la volontà altrui sia di azione sia di pensiero e di espressione, o anche soltanto come modo incontrollato di sfogare i proprî moti istintivi e passionali”.
Veniamo al dunque. La seconda trasmissione de “le Iene”, per chi non avesse avuto la possibilità di vederla (sarebbe importante farlo n.d.r.) ha evidenziato le conseguenze scaturite dal famoso video trasmesso nel primo servizio, condotto sempre da Roberta Rei, che portava a conoscenza della Nazione il degrado, il disinteresse e la totale disorganizzazione, sia pratica che morale, che vige all’interno della struttura ospedaliera di Avezzano. La cosa ovviamente non è risultata gradita ai vertici della dirigenza che così si è espressa nei confronti della giornalista Roberta Rei, che voleva il rilascio di una dichiarazione in merito: da parte della dottoressa Scarsella, cacciandola in modo non da certo osservando le regole dell’ospitalità e del bon ton; da parte della dottoressa Cipollone, una porta blu fermamente chiusa, in modo omertoso; dal parte del dirigente ASL1 il dottor Testa il silenzio, a cui ormai siamo però abituati.
Questo atteggiamento, codificabile in superiorità, si era già palesato quando, tristemente alla ribalta di cronaca, RAI1 e RAI2 avevano fatto servizi in diretta dall’ospedale, in occasione del decesso dell’anziano signore avvenuto, in auto, davanti al pronto soccorso. I giornalisti avevano richiesto un commento dai vertici della dirigenza. Questa così poco umana astensione non è stata edificante. Non una parola di cordoglio verso la vittima di quella situazione, non un accenno alla grave difficoltà sanitaria da affrontare che avrebbe forse, e ripeto forse, avuto un minimo di comprensione da parte di chi seguiva l’intervista. Invece il silenzio, tombale ma soprattutto comodo da usare come paravento. Quello che oggi porta alla personale necessità come giornalista e come cittadina è evidenziare quello che è emerso dal reportage de “le Iene”. La violenza, quella violenza che impone la propria volontà costringendo alla sottomissione. Sì, perché la dirigenza del nosocomio esige, con la tecnica del ricatto. Non provvede a evitare il disgusto che tutta Italia ha visto, che tutti gli italiani hanno scoperto palesandola come struttura da terzo mondo, che nemmeno la più misera immaginazione può creare, come i degenti che fanno i propri bisogni in secchi posti della stanza, stanza da cui non si esce, stanza in cui non si entra. Non entrano medici e infermieri che non sentono, o non vogliono sentire, le grida di aiuto di una anziana signora. Ci meravigliamo davvero di come possa essere morta dissanguata la donna nel reparto di geriatria? Non è questo il punto, se pur terribile e assurdo. Il punto è la violenza, puntata dai vertici verso la persona che ha girato il video, video offerto all’Italia per portare alla luce lo squallore di alcuni reparti dell’ Ospedale SS. Filippo e Nicola di Avezzano. Il ricatto con il licenziamento a chi è l’artefice. Il degrado morale di imporre a tutto il personale sanitario di firmare una lettera in cui ognuno deve dichiarare di non essere l’autore del video. L’azione più meschina è stata quella di esigere di visionare tutti i video e foto nei cellulari dei dipendenti, con la minaccia di denuncia alla Polizia postale e delle Comunicazioni. Illegale! Si può attuare una tale azione solo previa richiesta ad un magistrato. Sotto i piedi la privacy. L’imposizione del potere. O così o te ne vai! Questa è quanto è risultato dai servizi de “le Iene” della gestione della direzione dell’ospedale di Avezzano.
Oggi ho provato a contattare telefonicamente la dottoressa Scarsella ma mi è stato risposto non essere nella struttura. Volevo dare, professionalmente, l’opportunità di chiarire questa situazione davvero vergognosa per la sanità marsicana. Essere dirigenti sanitari non dovrebbe far perdere e disintegrare il concetto dell’umanità, del rispetto del malato e di chi soffre. Giuramento di Ippocrate? Parole buttate in un cestino.
25 novembre si celebra la giornata contro la violenza…permettetemi di concludere così.
“Vi sono momenti, nella vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre.” (Oriana Fallaci- da La Rabbia e l’Orgoglio)