L’AQUILA – “Il ministro della Sanità è a conoscenza della gravissima emergenza in atto in Abruzzo dovuta al diffondersi della pandemia Covid e non ritiene, nel limite delle sue competenze e di quelle regionali in materia sanitaria, di dover intervenire al fine di garantire il diritto alla salute così come sancito dall’articolo 32 della Costituzione all’interno del territorio abruzzese?”.
È quanto chiede Stefania Pezzopane, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, con un’interpellanza urgente rivolta al ministro Roberto Speranza.
“La gestione del rischio Covid 19 all’interno delle strutture sanitarie pubbliche della Regione ed in particolare della Provincia dell’Aquila – scrive la deputata dem abruzzese – si sta ripercuotendo negativamente sui livelli di assistenza sanitaria a causa alle misure organizzative predisposte dalla ASL 1 Avezzano Sulmona L’Aquila”. In particolare, aggiunge Pezzopane, va denunciata “quanto sia drammatica la gestione sanitaria nella Provincia Aquilana: carenza di personale, accorpamenti di reparti, impossibilità di garantire percorsi separati per pazienti Covid e no Covid, carenza di posti letto Covid, mancata esecuzione periodica di tamponi agli operatori sanitari, carenza di reattivi per l’esecuzione dei tamponi alla popolazione, strutture carenti e/o fatiscenti, esiguità nella fornitura di DPI idonei alla gestione dell’emergenza, mancato confronto con i vertici Aziendali sulle modalità di gestione dell’emergenza in tema di sicurezza sul lavoro, continui trasferimenti del personale, ospedali saturi, mancanza di tracciamento e sorveglianza, mancanza dei vaccini antinfluenzali e di ossigeno per i malati. A cui si aggiunge “che nei confronti del personale Sanitario non vengono eseguiti i Tamponi con la regolarità e la programmazione prevista e la carenza di posti letto. Quanto sta accadendo – conclude la deputata dem – è assolutamente inaccettabile e lede palesemente il diritto alla salute della popolazione nonchè la professionalità del Personale Sanitario costretto a prestare la propria attività in condizioni inammissibili compromettendo anche il rispetto della garanzia dei LEA e, di conseguenza, il diritto alle cure”.