AVEZZANO – Si è riunito in modalità telematica l’Osservatorio Permanente sulla Sanità territoriale che il Partito democratico di Avezzano ha istituito in questa fase di crisi pandemica. Il gruppo di lavoro è formato da dirigenti, iscritti e professionisti del settore con l’obiettivo di raccogliere richieste, rappresentare bisogni e avanzare proposte ai vari livelli istituzionali.
Nella riunione del 27 ottobre l’Osservatorio si è confrontato con il Capogruppo in regione Silvio Paolucci: il focus si è concentrato sullo stato di grave emergenza in cui versa l’ospedale di Avezzano, a partire dalla situazione del Pronto soccorso dove, carenze di organico e mancanza di DPI, stanno mettendo a dura prova gli operatori e i medici.
Assolutamente insufficienti i numeri per il reparto di malattie infettive che conta solo dodici posti letto su un totale di circa trenta posti per pazienti Covid e a fronte di ricoveri quotidiani di decine di positivi. Una situazione ovviamente ingestibile che rischia di aggravarsi ulteriormente con l’avanzare della stagione invernale e con il prevedibile aumento dei casi di influenza stagionale.
Molto complessa, inoltre, la questione dei ricoveri programmati rispetto ai quali i reparti ospedalieri sono in balia di determinazioni della ASL poco chiare e contraddittorie: si susseguono, anche a distanza di poche ore, decisioni contrarie che destabilizzano la programmazione dei reparti e arrecano disagi ai pazienti.
Così come sta generando molte controversie la decisione aziendale di autorizzare esclusivamente i tamponi molecolari: una decisione che, non solo complica il percorso clinico di tanti cronici e pazienti alle prese con le più disparate patologie (che nel frattempo purtroppo procedono), ma aggrava il lavoro dei medici di base già fortemente in difficoltà, alle prese con una piattaforma per la gestione Covid molto spesso non funzionante e comunque motivo di forti ritardi.
Alla luce di una situazione tanto complessa l’Osservatorio PD propone cinque misure urgenti e improcrastinabili:
1. Richiedere alla Regione un immediato intervento per dotare le aziende sanitarie di un numero sufficiente di vaccini, colmando i gravi ritardi nelle forniture che stanno mettendo in forte difficoltà l’intera filiera. E’ necessario, in brevissimo tempo, colmare il gap tra i vaccini disponibili e il numero necessario a far fronte alla richiesta, pari a circa 300.000 dosi;
2. Chiederemo, per mezzo di una mozione al Consiglio regionale, di rivedere la posizione sui tamponi cosiddetti rapidi. Consentire alle strutture pubbliche e private l’utilizzo degli antigenici faciliterebbe molto la prestazione dei servizi, allineando la nostra sanità alle decisioni di tutte le altre Regioni in campo nazionale;
3. Risposta immediata al fabbisogno di personale, a partire dai reparti maggiormente esposti. Facciamo nostro l’allarme lanciato dai sindacati e chiediamo l’immediato sblocco delle procedure di reclutamento di personale per le figure di infermieri, OSS e medici,
4. Garantire la fornitura dei DPI a tutto il personale oggi troppo carente, anche nel pronto soccorso. E’ imbarazzante assistere a operatori costretti a proteggersi con mezzi di fortuna per mancanza di camici, calzari, mascherine e visiere;
5. Rafforzare gli USCA e investire su un efficiente “sistema filtro” della medicina di base e territoriale. E’ inaccettabile il ritardo con cui la Regione sta impiegando le tante risorse ricevute dallo Stato. Lo diciamo chiaramente: sono fondi che vanno usati per l’emergenza e non per coprire i debiti delle aziende sanitarie! Devono essere impiegati con celerità per rendere finalmente operativo il Piano Covid, più volte sbandierato dal Governo regionale ma ancora al palo, nonché per scongiurare il rischio concreto di decadenza che comporterebbe l’obbligo di restituire tali risorse a Roma.
A questi punti si aggiunga una rivalutazione rapida del ruolo dei PPI e delle strutture di Pescina e Tagliacozzo nonché un piano di rapida attuazione per percorsi dedicati alle patologie tempo dipendenti (ictus, infarto del miocardio, politrauma, emergenze medico-chirurgiche. Anche a questi fini si valuti con celerità un’ordinanza della direzione aziendale che autorizzi il Pronto Soccorso a ricoverare in trasferimento verso le strutture private i pazienti Covid negativi