TAGLIACOZZO – Si è svolta una riunione in videoconferenza con la Direzione generale della Asl1 Abruzzo alla quale hanno partecipato l’Assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì, il Direttore generale della Asl1 Roberto Testa, il Direttore sanitario Sabrina Cicogna, il Sindaco di L’Aquila Pierluigi Biondi, il Sindaco di Avezzano Gianni Di Pangrazio, il Sindaco di Tagliacozzo Vincenzo Giovagnorio, il Sindaco di Pescina Mirko Zauri, l’Assessore alla sanità di Pescina Luigi Soricone.
“A fronte di una totale disponibilità ad ospitare pazienti o reparti e altri servizi sanitari per sgravare l’Ospedale di Avezzano oberato di accessi – dichiara il Sindaco di Tagliacozzo Vincenzo Giovagnorio – la risposta della Dott.ssa Cicogna è stata quella di ridurre da h24 ad h12 il servizio dei P.p.i. di Tagliacozzo e di Pescina. E’ incredibile! Dieci giorni fa la stessa Direttrice sanitaria ci ha chiuso l’Ospedale di Comunità per recuperare personale e le manifestammo accondiscendenza per il grave momento emergenziale che stava vivendo Avezzano.
La presa in giro – prosegue Giovagnorio – è che dal Nosocomio di Avezzano trasferirebbero all’Umberto I il solo servizio dell’ambulatorio dello sport. Inutile dire che, nel momento in cui il Governo chiude le palestre, le piscine e interrompe le attività sportive, il trasferimento a Tagliacozzo della medicina dello sport suona, risibilmente, come una vera e propria beffa da parte della Dirigenza Asl di L’Aquila, non solo nei confronti dell’Umberto I, ma nei confronti di tutta la Marsica occidentale e comunque della Marsica in generale.
E’ contro ogni logica, in questo frangente, depauperare di personale le attuali strutture operative per potenziarne altre. D’altronde, ed è lo sbaglio che purtroppo frequentemente si sta compiendo sull’intero territorio nazionale, non si muore di solo Covid!
Mi chiedo – ha inoltre osservato il Sindaco di Tagliacozzo – quale sia il totale delle risorse risparmiate dall’attuale Dirigenza generale da un anno a questa parte. Me lo chiedo per avere la cifra dell’azione amministrativa intrapresa, soprattutto in questo nuovo periodo di emergenza sanitaria dovuta alla pandemia che, a mio parere, è totalmente in contro tendenza riguardo alle esigenze sanitarie dei cittadini della nostra Provincia.
Anziché prevedere investimenti e nuove assunzioni, in vista di una sostanziale riorganizzazione, così come da mesi tutti vanno predicando (e a tal riguardo non si dica che mancano i soldi, arrivati sia dal Governo nazionale sia dall’Europa), ha operato tagli, chiusure e trasferimenti.
Tutti sanno che la struttura del Pronto soccorso di Avezzano è assolutamente incapace di contenere, non un afflusso eccezionale di utenti, ma addirittura la normalità degli accessi. La Dirigenza generale della Asl1 propone ora che il personale impiegato nei Punti di primo intervento di Pescina e Tagliacozzo, potrebbe essere destinato ad implementare quello del Pronto soccorso di Avezzano. Nulla di più sbagliato in quanto mancherebbero tra l’altro gli spazi necessari ad operare gli interventi. Sappiamo che attualmente i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari si muovono in sole tre stanze; figuriamoci se ulteriore personale fosse convogliato nella struttura centrale di Avezzano.
I P.p.i. di Tagliacozzo e Pescina sono strutture che sgravano dei cosiddetti codici “gialli” e “verdi” l’oppresso Pronto soccorso di Avezzano, questo si dovrebbe capire ai “piani alti” della Asl e anche presso alcuni medici che inspiegabilmente la pensano diversamente. Tutti sappiamo che con adeguato personale e adeguate strumentazioni i codici di minor gravità potrebbero essere affrontati in queste strutture di supporto.
A Tagliacozzo, per la cronaca, sono mesi che il “telecomandato” per gli esami radiologici è rotto e solo nello scorso mese di settembre è stato possibile acquistarne uno nuovo che al momento è in fase di installazione, ma che non sarà utilizzabile prima del 20 novembre prossimo.
Per tornare alla problematica del Pronto soccorso di Avezzano, bisognerebbe piuttosto sgravare i medici delle lungaggini burocratiche e amministrative cui sono costretti loro malgrado a far fronte mentre soccorrono i pazienti. Mi riferisco ad una velocizzazione degli esiti degli esami richiesti nei vari casi di accesso dei cittadini. Aiuto infermieri potrebbero farsi carico di allestire la cartella clinica, senza che se ne dovessero occupare i medici stessi, prolungando oltremisura i tempi di attesa.
Nessun “cenno di speranza” è stato dato dalla Direzione generale provinciale, invece, circa un’implementazione del servizio di Prevenzione medica del quale ormai da settimane tutti lamentano la pressoché totale mancanza di comunicazione. Questo aspetto, di cui forse qualcuno sminuisce l’importanza, genera una serie di fattori negativi che ricadono sul territorio a discapito della salute dei cittadini poiché non si ha ben presente forse che i sindaci, nella loro responsabilità di garanti della salute pubblica dei territori a loro affidati, hanno degli adempimenti da compiere e delle procedure da attivare, allorché ricevono notizia che una persona sia risultata positiva all’esame del tampone.
Sarebbe bastato che il Direttore del dipartimento dei sistemi informatici – come più volte sollecitato – avesse inserito le email istituzionali in un programma che avesse garantito l’informazione automatica dei positivi ai comuni di residenza, senza impegnare ulteriore personale sanitario in questa mansione, sottraendolo ai compiti loro più propri. Una funzione così semplice ed importante si avrebbe avuto tutto il tempo di organizzarla a partire dallo scorso mese di giugno (e sono passati 4 mesi), ma nulla è stato fatto, né su questo fronte, né sul fronte delle assunzioni, né sul fronte di una più funzionale riorganizzazione della sanità locale”.