CELANO – “Mio marito è ricoverato all’ospedale San Salvatore di L’Aquila nel reparto di oncologia sarà dimesso domattina: ma non sta bene, è malato oncologico e gli hanno scoperto da poco una trombo embolia, causata sicuramente dall’interruzione dell’Eparina”.
Il 15 maggio di quest’anno Gennaro ha scoperto di avere un tumore celebrale, da allora entra ed esce dall’ospedale. È stato operato per tre volte nel giro di una settimana: il primo intervento è durato 2 ore e mezza, il secondo 12 ore ed il terzo 4 ore e mezza. La moglie Simona, da quel giorno, non ha mai smesso di combattere per tutelare la salute di suo marito.
Sottoposto a tre cicli di chemioterapia finalmente il tumore ha iniziato a regredire, i dottori sono ottimisti. Ma il 1 ottobre, Gennaro, ha avvertito mancamenti, sintomi di squilibrio e svenimenti. È stato, quindi, ricoverato nel reparto di Neurochirurgia di L’Aquila, curato e dimesso il 17 ottobre alle 17.30.
“Nel pomeriggio del 18 ottobre stavamo di nuovo in ospedale, stavolta ad Avezzano: si è aggravato, ha perso i sensi, dormiva sempre ed ho allertato il 118. Trasportato nel nosocomio avezzanese è stato sottoposto alla Tac che è stata inviata al medico curante del capoluogo: hanno risposto che l’esame era sovrapponibile a quello fatto durante il precedente ricovero, quindi poteva essere dimesso e mandato a casa per tornare dopo 10 giorni per il controllo. Ad Avezzano, invece, i medici avrebbero voluto trattenerlo per la notte e l’indomani mattina avrei dovuto provvedere io al trasferimento nella struttura dove, ovviamente, viene seguito. Ho deciso, quindi, dato che le sue condizioni erano migliorate, di riportarlo a casa. Tra il lunedì notte e il martedì mattina però Gennaro ha avuto una ricaduta, ho contattato il medico curante che ha provveduto a farlo trasportare al reparto preposto: dalle 9 di mattina gli hanno dato il posto letto alle 19.30. Ha subito un ulteriore tampone, a seguito di quelli già effettuati in tutti i precedenti ricoveri, che ha dato esito negativo. È stato quindi ricoverato, curato con antibiotici e manitolo. Questa mattina sono stata convocata dal vice primario il quale mi ha detto che mio marito deve essere dimesso, anche se il tumore regredisce ha un drenaggio ventricolare che non funziona ma che per il momento non può essere toccato per una trombo embolia che ha in corso, basterebbe che gli aspirassero il “liquor” per farlo stare meglio, perchè non lo fanno? Se domani lo dimettono, io come lo curo a casa? Fino a stamattina aveva ancora l’ossigeno, se si sente male di nuovo e non abbiamo disponibilità del posto letto dove lo porto? Gennaro è ancora in stato confusionale, mi chiama e mi fa delle richieste assurde, ancora non ha collegato il fatto che la scorsa settimana è stato trasferito da un reparto ad un altro. Quando, sia io che il medico curante, chiamiamo in oncologia per avere notizie, facciamo ore a telefono aspettando una risposta.
A seguito di tutti questi aggravamenti non è più stato sottoposto a chemio: non gli stanno curando quindi né l’una né l’altra patologia. Il 2 Novembre dovrà sottoporsi di nuovo alla Tac, quindi dovrò preoccuparmi per il trasporto, perché nonostante abbiamo l’Adi attivata, ogni volta che cerco di prenotare un’ambulanza per il trasferimento di mio marito non ce ne sono disponibili”.
L’appello arriva da Simona, moglie di Gennaro, 36 anni festeggiati il 23 ottobre nel reparto di oncologia, di origini napoletane ma che vive a Celano da ormai 20 anni, calciatore, conosciuto e amato da tutti. Al suo rientro a casa, dopo l’intervento alla testa, è stato accolto dai tanti amici e dalla squadra Asd Aielli, che avevano festeggiato il suo ritorno alla vita “normale”. A casa ha tre figli di 15, 13 e 6 anni che aspettano con ansia di riabbracciare il papà, ma non in queste condizioni.
Ora Gennaro e la sua famiglia hanno bisogno di nuovo della solidarietà di tutti e soprattutto che le Istituzioni facciano qualcosa il prima possibile, prima di arrivare, come successo già molte volte, all’irreparabile. Simona si è rivolta anche ad un legale per tutelare il diritto alla salute di suo marito e per inoltrare le dovute comunicazioni a tutti gli uffici di competenza.