AVEZZANO – Ormai da giorni, anzi da mesi sentiamo parlare di filiera dal candidando sindaco Tiziano Genovesi, ma a noi di MarsicaWeb ci piace capire e soprattutto informare chi ci legge, perché le bugie non ci piacciono e non ci sono mai piaciute. Attenzione il nostro articolo non è assolutamente un attacco politico ma una ricerca giornalistica della verità sulle cose accadute basata sui fatti, soprattutto alla luce di un idea che lo scrivente si è fatto al netto della sua posizione politica che converge nella stessa direzione ma non nella stessa forma. Ma questo è poco rilevante. Ciò che invece ci interessa e sapere che fine farà la Marsica.
Che cos’è la filiera?
Con filiera (agro-alimentare, industriale, tecnologica) si intende l’insieme articolato (anche detto “rete” o “sistema”) che comprende le principali attività (ed i loro principali flussi materiali e informativi), le tecnologie, le risorse e le organizzazioni che concorrono alla creazione, trasformazione, distribuzione, commercializzazione e fornitura di un prodotto finito; in senso più stretto, si intende l’insieme delle aziende che concorrono alla catena di fornitura di un dato prodotto. Il termine è stato coniato dall’agronomo francese Louis Malassis.
La prima e più ampia accezione comprende anche quella serie di “controlli sull’origine e successiva trasformazione di un prodotto che ne garantiscono la validità tutelando la sicurezza intermedia e finale”.
In politichese, invece si vuol far passare un collegamento tra Comune, Provincia, Regione e Stato.
Il messaggio che il candidato sindaco Genovesi vuole far passare è che la sua candidatura sia forte di una filiera collegata con la provincia, quindi con la Regione Abruzzo, e con lo Stato centrale. E fin qui in parte è vero, vista la coalizione di centrodestra che lui rappresenta e con la Regione Abruzzo a trazione Marsilio. Ma ci sfugge un particolare, quello dello Stato centrale: dove non ci risulta che sia cosi influente la Regione Abruzzo, visto che in maggioranza c’è un governo giallorosso. Che per carità sappiamo tutti come stia andando. Ma torniamo a guardare il nostro orticello.
Quindi partiamo proprio dalle promesse del Presidente Marsilio per i cittadini “Marsicanesi“. Ma andiamo per passi piccoli e leggeri, perché si capisca dove parte la filiera e dove si interrompe.
Le cronache raccontano la firma di un “Protocollo di intesa” con tutti i sindaci della Marsica (9.4.2019), contenente una serie di azioni per lo sviluppo del territorio. Le realizzazioni? Nessuna ovviamente. Cominciamo dalla sanità.
Nessun ospedale nuovo, almeno al momento, anzi notizia di questi giorni, per la costruzione dei nuovi ospedali di Vasto, Lanciano e Avezzano “sono già disponibili 229 milioni di euro”. Lo afferma l’assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, annunciando che è “di un miliardo e 341 milioni di euro la somma richiesta al Ministero della Salute da parte della Regione, per l’adeguamento e la ristrutturazione di tutti i presidi ospedalieri abruzzesi. Il programma di interventi, dopo l’approvazione, sarà finanziato con i fondi europei del Recovery Plan“.
“I lavori riguarderanno le infrastrutture e gli adeguamenti alle normative antincendio e antisismica. Nel dettaglio, per la Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila sono stati richiesti 288 milioni di euro (206 milioni per le infrastrutture, 18 per l’antincendio e 64 per l’adeguamento sismico); per la Asl Lanciano-Vasto-Chieti sono stati richiesti 364 milioni di euro (268 per le infrastrutture, 18 per l’antincendio e 78 per l’adeguamento sismico); per la Asl di Pescara sono stati richiesti 370 milioni (275 per le infrastrutture, 28 per l’antincendio e 67 per l’adeguamento sismico); per la Asl di Teramo, infine, sono stati richiesti 321 milioni (237 per le infrastrutture, 7 per l’antincendio e 77 per l’adeguamento sismico).
Gli interventi proposti riguarderanno anche gli attuali ospedali di Lanciano, Vasto e Avezzano, dove è già prevista la costruzione di nuovi presidi per i quali sono già disponibili 229 milioni di euro, che saranno sbloccati dopo l’approvazione della rete ospedaliera regionale. I lavori si concentreranno su alcune porzioni dei fabbricati esistenti, che dopo l’entrata in funzione dei nuovi nosocomi potranno essere riconvertiti ad altri utilizzi, a partire dall’assistenza territoriale”. Quindi la domanda è se a Vasto stanno aspettando da 20 anni noi avremo ancora molto da aspettare, soprattutto nella ragione della filiera per gli stanziamenti finanziari che saranno erogati da Europa e Stato centrale.
Il secondo appuntamento sarà sui fondi stanziati dal Masterplan per l’impianto di irrigazione del Fucino, che il governo regionale ha deciso di rimodulare, riducendo lo stanziamento iniziale per 3 milioni e mezzo di euro, per altri scopi, ma di questo ne parleremo nel prossimo articolo di approfondimento.