di Roberta Placida
AVEZZANO – Si distingue ancora il Liceo Scientifico “M.Vitruvio P.” di Avezzano che colleziona premi e riconoscimenti che vanno dall’ambito artistico-letterario a quello scientifico. Questa volta, a far parlare di sé, è la classe IV Q dell’indirizzo “scienze applicate”, coordinata dai professori Argante Ciocci, Anna Maria Rubeo e Adelfo Sterpetti, che ha vinto ben due premi con il Progetto “Domenico Pacini: il padre dei raggi cosmici”, presentato al grande pubblico in occasione della XIV edizione della Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica del marzo 2018. I due premi sono stati conferiti agli studenti dalla Pro Loco delle Forme, paese adottivo del padre dei raggi cosmici, che ha bandito una Borsa di studio dedicata appunto a Domenico Pacini, e dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso nell’ambito del concorso “Anch’io scienziato”.
Chi era Domenico Pacini? Intanto, Domenico Pacini è un… Nobel negato. Infatti per primo ipotizzò l’esistenza della “radiazione penetrante”, ossia lo studio delle particelle dotate di energie relativistiche (soprattutto protoni e particelle alfa) che giungono sulla Terra dallo spazio esterno, più tardi definita con il nome di Raggi Cosmici. Questa scoperta è attribuita di solito al fisico austriaco Victor Franz Hess, che nel 1936 ottenne il Premio Nobel per la fisica proprio per i suoi studi sui raggi cosmici. In realtà si pervenne alla loro scoperta e alla spiegazione della loro origine grazie soprattutto (vi furono anche contributi minoritari) agli studi, contemporanei e complementari fra di loro, svolti da Pacini e da Hess, il primo per mezzo di esperimenti eseguiti fra il 1907 e il 1911 e descritti in una memoria pubblicata nel Nuovo Cimento nel 1912, l’austriaco per mezzo di esperimenti eseguiti fra il 1910 e il 1912 e pubblicati ugualmente nel 1912. Pacini poté escludere l’origine terrestre delle radiazioni registrando la diminuzione della loro intensità in profondità nelle acque marine di Livorno e in quelle del lago di Bracciano; Hess registrandone l’aumento dell’intensità in quota per mezzo di un pallone aerostatico. Forse in pochi sanno che il fisico italiano è sepolto a Forme dove ha vissuto con i genitori e per questo gli alunni della IV Q del Vitruvio, sentendolo un po’ come un loro compaesano, hanno voluto rendergli giustizia e sottrarlo dall’oblio in cui la scienza ufficiale lo ha relegato per tanti anni ripercorrendo i suoi studi e riproponendone gli esperimenti. Pertanto, gli “scienziati vitruviani” hanno attuato le misurazioni della ionizzazione in profondità, immergendosi con un contatore Geiger-Müller fino a 20 m, doppiando le misure di Pacini a Bracciano; poi, hanno imbarcato il contatore Geiger Muller su un aeromobile per misurazioni in quota superando notevolmente l’altezza raggiunta da Hess, arrivando cioè a ben 7200 m. Le misure della ionizzazione sia in quota, che subacquee confermano i dati di Hess e di Pacini. Allo scopo di proseguire lo studio e illustrare il progetto ai visitatori della Settimana Scientifica e Tecnologica organizzata dal Liceo Scientifico “M. Vitruvio P.” di Avezzano, gli allievi hanno costruito diversi prototipi di camera a nebbia per la visione diretta dei raggi cosmici. E così, passo dopo passo, con serietà e rigore scientifico, a più di 100 anni da Pacini ed Hess gli alunni della IV Q sono giunti a risultati altrettanto incontrovertibili mediante la ripetizione degli esperimenti effettuati agli inizi del XX secolo e questi risultati se da un lato confermano la validità scientifica ormai acquisita dell’ipotesi di Pacini, dall’altro, costituiscono una prova evidente dell’importanza storica di questo scienziato nella scoperta dei raggi cosmici e gli restituiscono il ruolo prioritario che egli ebbe nello scrivere una pagina importante della fisica del ventesimo secolo.
Non possiamo fare altro che complimentarci con questi ragazzi che hanno dimostrato impegno, passione e dedizione: ancora una volta i giovani riescono a sorprenderci, basta dar loro fiducia e non essere pigri nel sostenerli e stimolarli. Per questo il nostro plauso va anche ai professori che li hanno seguiti in questo percorso di crescita intellettuale e umana perché hanno creduto in loro e hanno gettato il seme della sana curiositas essenziale per una buona scienza.