AVEZZANO – Si fa sempre più grave la situazione dei dipendenti della Coop. Leonardo che lavorano presso la Cm Sirentina e da mesi senza stipendio. Inutile il tentativo di conciliazione e pare che anche l’incontro dal Prefetto del 23 maggio scorso non abbia sortito l’effetto sperato. La Cgil, a questo punto, ha avviato lo stato di agitazione che, in pratica, apre lo stato vertenziale fra l’ente e la cooperativa Leonardo e soprattutto i lavoratori della Cooperativa Sociale Leonardo, la quale svolge servizi socio educativi assistenziali sul territorio della Cm Sirentina.
«Nel corso della riunione in Prefettura – scrive la Fp-Cgil – , a cui la Regione Abruzzo ha deciso di non partecipare dimostrando scarsa sensibilità nei confronti di chi garantisce servizi pubblici essenziali, è emerso che la problematica complessiva è riconducibile ai mancati trasferimenti dei Fondi Regionali e Nazionali per le Politiche Sociali finalizzati al sostegno delle attività socio-assistenziali (Piano di Zona, Piano Locale per la non Autosufficienza e Servizi integrativi per la Prima infanzia), tant’è che la stessa Comunità Sirentina ha dichiarato che, a causa dei mancati trasferimenti delle risorse da parte della Regione Abruzzo, la stessa Comunità Montana viene a trovarsi nella oggettiva difficoltà di adempiere al pagamento dei servizi svolti dalla Cooperativa Sociale Leonardo, la quale vanterebbe un credito, a detta della stessa Cooperativa, di oltre 500.000,00 €.
Tale situazione si ripercuote inevitabilmente a discapito delle circa 30 lavoratrici e lavoratori della predetta Cooperativa Sociale – prosegue la nota del sindacato – , che non percepiscono lo stipendio dal mese di gennaio 2018. Nonostante tutto, le maestranze, hanno continuato ad assicurare con costanza, grande senso di responsabilità e con enormi sacrifici, soprattutto economici, la continuità dei servizi definiti nel piano, anticipando le spese necessarie per gli spostamenti nei paesi del comprensorio di riferimento che si presenta, tra l’altro, di non facile accessibilità, soprattutto nei mesi invernali. Tutto ciò al fine di non penalizzare gli utenti finali che hanno il diritto di vedersi garantita una prestazione essenziale per la cura e la salvaguardia della vita. Si fa riferimento alle vere Aree interne della Regione Abruzzo – insistono dalla Cgil – e a quella fetta di popolazione che ha deciso di continuare a vivere in queste zone. Tanti sono i disagi legati a tale scelta, solo parzialmente alleviati dai servizi prestati dai lavoratori che continuano a garantire le attività assistenziali con lo scopo, non ultimo, di rallentarne una condizione di inesorabile spopolamento.
Inoltre, corre l’obbligo sottolineare che la stessa Regione Abruzzo deve ancora ricevere dal Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza relativa all’anno 2017 una quota di circa 10 milioni di € che dovevano essere ripartiti per tutti gli enti d’ambito regionali, i quali hanno già svolto i servizi alla persona, con un ulteriore incertezza rispetto ai fondi relativi all’annualità 2018 dei quali non si hanno notizie.
La scrivente organizzazione sindacale, in questo desolante quadro, interverrà in tutte le sedi opportune – conclude la Fp-Cgil con i responsabili Marrelli e Pasqualone – al fine di far corrispondere quanto dovuto alle lavoratrici e lavoratori per il lavoro svolto ed al fine di non compromettere la continuità dei servizi rivolti alle fasce più deboli e disagiate dei nostri territori».