“Ma anche i borghi della nostra regione, che rappresentano il cuore pulsante dell’Abruzzo e che vivono sulle economie locali e sull’artigianato, rischiano di essere pesantemente colpiti proprio da questa scelta che il centrodestra sta portando avanti. Eppure è ormai noto lo studio effettuato a livello nazionale dalla CGIA di Mestre che ha messo in luce una volta per tutte come le grandi superfici di vendita non sono un investimento sull’economia locale bensì una condanna. Lo studio infatti stima che per ogni posto di lavoro creato all’interno di un centro commerciale se ne perdano circa 6 nel settore del micro-commercio e dell’artigianato. E’ da sottolineare, inoltre, che proprio in questo momento, a causa delle restrizioni per il Covid, i cittadini di tutta la regione hanno ricominciato ad abituarsi al commercio di prossimità, tornando a dare ossigeno a tutti quei negozi che, non solo formano il nostro tessuto economico reale e concreto, ma che, per molte realtà, costituisco anche un pezzo di storia cittadina. Per questo ho ritenuto necessario ricorre a tutti gli strumenti, che come Consigliere regionale ho a disposizione, per far comprendere al centrodestra il pericolo a cui stanno esponendo tutto il settore del commercio abruzzese” conclude.