LECCE NEI MARSI – Con il passare dei giorni si infittisce sempre più la rete che si sta creando intorno alla morte del giovane Cesidio Valletta, il 35enne di Lecce nei Marsi, rinvenuto cadavere in un canale di irrigazione di Strada 26, nel comune di Pescina, nel primo pomeriggio di venerdì scorso.
Il 35enne aveva fatto perdere le proprie tracce dalla serata di lunedì. A dare l’allarme della scomparsa, nella giornata di martedì, i genitori, che preoccupati dalla sua assenza, hanno sporto regolare segnalazione ai carabinieri.
Le ricerche di Valletta hanno avuto tragico epilogo venerdì, quando poco dopo l’ora di pranzo, è stato rinvenuto morto dai militari in un canale del Fucino. Sin da subito le indagini si sono concentrate su un amico, B.P. classe ’81, con il quale la vittima sembrerebbe aver passato le ultime ore di vita. Da informazioni, l’auto sulla quale viaggiavano i due, di proprietà di B.P., ha avuto un incidente per cause in corso di accertamenti. L’incidente sarebbe avvenuto intorno alle 19.15 di lunedì sera, a 300mt dal ritrovamento del corpo.
L’uscita fuoristrada dell’automezzo è stata segnalata ai familiari del 39enne, tramite l’applicazione gps dell’assicurazione, che ha comunicato la posizione dell’impatto. Arrivati sul posto, hanno trasportato il congiunto al pronto soccorso di Avezzano, dove il ragazzo sarebbe stato medicato per delle escoriazioni al viso e tagli sul braccio, procurati dallo sfondamento di un finestrino. Valletta non sembrerebbe essere mai stato nominato, nemmeno al momento dell’accettazione ospedaliera, avvenuta circa due ore più tardi.
L’auto incidentata è stata recuperata, da una ditta di soccorso mezzi interessata dall’assicurazione, intorno alle 22 di lunedì sera e sul luogo, oltre ad un familiare di B.P., non erano presenti forze dell’ordine o altre persone. Non vi era traccia nemmeno di Valletta.
Ora resta da capire se la morte sia stata conseguente all’impatto o se dovuta ad un malore e come, il 35enne, sia arrivato nel canale, non più alto di un metro e mezzo e non completamente ricoperto da acqua. Potrà svelarlo solo l’autopsia, affidata all’anatomopatologo Cristian D’Ovidio, prevista per oggi. Come da protocollo, sul corpo, è stato effettuato il tampone Covid post mortem.
Su disposizione della Magistratura l’automobile e i telefoni cellulari, dei due, sono stati sottoposti a sequestro. Le indagini sono state affidate agli uomini della compagnia dei carabinieri di Avezzano, al comando del capitano Pietro Fiano e del tenente Bruno Tarantini.