CELANO – Il personale della clinica Immacolata di Celano chiede spiegazioni sulla mancata programmazione della struttura dei servizi ambulatoriali e ricoveri offerti fino allo scattare dell’emergenza Covid-19. A preoccupare maggiormente il personale sanitario è la sfumata vendita della struttura, percorso iniziato e che, a causa del coronavirus, si è bloccato. Non ci sono comunicazioni chiare da parte del Cda, pur essendoci più di 1000 prestazioni programmate e una lunga lista d’attesa di ricoveri. Fino ad oggi le prestazioni urgenti, brevi e differite, secondo decreto, sono state garantite.
I lavoratori, spontaneamente, hanno deciso di manifestare sul mancato anticipo della CIGD del mese di aprile e già dalle otto di questa mattina si sono ritrovati nel piazzale della clinica per protestare, raggiunti in seguito dai sindacati.
Sul posto, per dare sostegno e capire l’evolversi della situazione, il sindaco della città di Celano, Settimio Santilli che, contattato telefonicamente dalla nostra redazione, ha dichiarato: “Ho avuto un incontro stamattina alle 8:30 col direttore sanitario dottor Giovanni Iacutone e il consigliere regionale Mario Quaglieri per capire bene la vicenda, dopodiché ho chiesto spiegazioni al DG della ASL Testa, il quale mi ha riferito che la direzione della Clinica di Celano, interpellata da lui, ha spiegato che non stanno riaprendo per il problema tamponi da fare al personale e ai pazienti. Analogamente ad altre strutture, infatti, si devono organizzare autonomamente (cfr. INI Canistro, Villa Letizia). E’ stata comunque data la disponibilità a un incontro al direttore della stessa Asl”.
Presente anche il consigliere regionale Simone Angelosante che, ai nostri microfoni, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Il personale ha espresso preoccupazione per il fatto che questa struttura sanitaria ad oggi non sia ancora ripartita, non ci siano state indicazioni di sorta o comunicazioni ufficiali sulla data di ripartenza. C’è molta preoccupazione, perché da una parte c’è un’ipotesi di vendita e dall’altra la mancata riapertura. In qualità di consigliere regionale ho espresso il mio appoggio, mettendomi in contatto immediatamente con il presidente della Regione Marco Marsilio e con l’assessore alla sanità Nicoletta Verì, che hanno assicurato un loro intervento se dovesse perdurare questo stato di cose. È impensabile che una struttura convenzionata Asl e, quindi dalla Regione Abruzzo, non riapra. C’è ulteriore preoccupazione per il significato occupazionale e per l’importanza che questa struttura riveste per Celano e per la Marsica intera. Non lasceremo nulla di intentato per fare in modo che le mansioni e la funzionalità della clinica tornino a svolgersi a pieno ritmo. Ho chiamato più volte anche alla presidenza dell’Associazione Opera Santa Maria della Pace per chiedere chiarimenti, ma non mi hanno dato risposte certe. Si deve reiniziare il prima possibile e in sicurezza per il bene di tutti”.