di Pierluigi Palladini
AVEZZANO – «Probabilmente non è stata la politica che non ha guardato le carte ma chi doveva guardarle e suggerire alla politica probabilmente o non le ha guardate bene o non si è reso conto di quanto letto. Probabilmente sono i ‘suggeritori’ che creano qualche difficoltà».
Diciamocelo con franchezza, il nodo della conferenza stampa di questa mattina presso il Palazzo Torlonia di Avezzano, tenuta dal Presidente del Consiglio Regionale Giuseppe Di Pangrazio, sta tutto qui. Le carte erano chiarissime e bastava leggerle per quelle che erano e la chiusura del Palazzo Torlonia da parte della Regione Abruzzo era una sorta di boutade messa lì apposta con altri fini. Ma il Presidente Di Pangrazio, tralasciando polemiche e toni accesi, con pazienza davvero invidiabile, per la seconda volta in due mesi scarsi è tornato ad Avezzano, nel Palazzo Torlonia, ed ha spiegato l’andamento della vicenda.
«Esiste un protocollo – ha detto Di Pangrazio carte alla mano e con l’aiuto tecnico della dottoressa Eliana Marcantonio, dirigente del servizio patrimonio della Regione Abruzzo – che pone questo complesso nelle mani della città ad un costo irrisorio, non solo, la Regione si è accollata l’impegno con 4,7 milioni di euro per il restauro del complesso. Questo atto può essere annullato solo con un’altra delibera di giunta regionale». Il Presidente del Consiglio Regionale, ha poi ricordato il Masterplan per il recupero di tutto il complesso Torlonia e la disponibilità di questi spazi dove, secondo quanto stabilito nella convenzione fra Regione e Comune di Avezzano, si sono svolte manifestazioni culturali importanti come la Settimana Marsicana e sono sorte realtà come il Centro Studi Palanza «Il tutto, – ha precisato Di Pangrazio – senza che ad Avezzano tutto ciò costasse un solo euro visto che la Regione ha messo a disposizione somme importanti utlizzate anche per la realzzazione dello studio di vulnerabilità».
E arriviamo alle polemiche di oggi. Di Pangrazio ha ricordato che poi c’è stata un’interpretazione errata da parte dell’Amministrazione De Angelis che voleva destinare il Palzzo al Comando della Polizia Locale. In quel caso, come si ricorderà, la Regione intervenne con un nuovo atto di giunta a riprecisare la vocazione e la destinazione d’uso di quel Palazzo per attività formative e culturali lasciando solo un piccolo numero di stanze per un presidio della Polizia Locale. Il Comune di Avezzano, quindi, avrebbe scritto a fine marzo alla Regione dicendo di non avere le risorse necessarie per gestire il Palazzo Torlonia e, quindi, la Regione, per evitare proprio la chusura del complesso ha preso la sua decisione: «Ancora una volta il Consiglio Regionale si è fatto carico delle spese – ha spiegato Di Pangrazio – producendo una delibera, venuta prima delle sollecitazioni del Comune di Avezzano, che stabilisce la gestione temporanea dello stabile fino a fine legislatura o inizio Masterplan. Gli enti locali erano stati rassicurati prima del 30 aprile, come chiarito nell’incontro avutosi in Regione fra il Presidente D’Alfonso e il sindaco De Angelis» a seguire la considerazione sui cattivi suggeritori del sindaco.
Per capirsi, il sindaco voleva il Palazzo Torlonia per installarci la Polizia Locale, la Regione ha detto no e il Comune ha detto di non avere le risorse disponibili per la gestione del complesso e la Regione Abruzzo, a quel punto, ha preso in carico la situazione ed ha impegnato le somme per continuare a gestire Palazzo Torlonia e consentirne la fruizione ai cittadini e l’espletamento delle iniziative e il lavoro del Centro Studi Palanza. Insomma, il contrario di ciò che aveva detto il sindaco. Sindaco, per concludere, che si è lamentato di non essere stato informato dal Presidente Di Pangrazio di questa sua conferenza stampa ma si è rallegrato per l’impegno della Regione. Domanda: e da quando un Presidente del Consiglio Regionale d’Abruzzo deve chiedere il permesso a un sindaco per fare una conferenza stampa?
Fotoservizio di Germanico Patrelli