L’AQUILA – “E’ difficile pensare che chi, in questo momento, ha la gravosa responsabilità di guidare il nostro paese, possa sapere in cosa consista la altrettanto gravosa responsabilità di guidare un’azienda: le decisioni in merito al rinvio di ben tre settimane per la riapertura degli esercizi di vicinato, enunciate nel discorso di domenica sera del Premier Conte, unite alla condizione attuale dell’economia del paese, non possono che dare adito a questa conclusione!
Le aziende del settore Moda e tutti gli esercizi di vicinato nella loro interezza, hanno sempre dato dimostrazione
di volontà collaborativa e spirito di sacrificio, ma forse in questo momento il Governo sta esagerando con le richieste: i nostri collaboratori non ricevono ancora la Cassa Integrazione per le competenze del mese di Marzo e le aziende sono costrette a rincorrere dei pagamenti che, programmati con larghissimo anticipo, adesso si scontrano con il blocco degli incassi da un lato e con la rigidità della burocrazia dall’altro.
Possibile che a fine mese di Aprile la Regione Abruzzo non abbia ancora processato le richieste ricevute di Cassa
Integrazione? Cosa succederebbe se le aziende tardassero un mese nel pagamento di quanto dovuto allo Stato?
In Abruzzo ci sono circa 15.500 aziende del Dettaglio Non Alimentare, di cui circa 4.500 nel territorio della Provincia di L’Aquila, quale sarà il numero di chiusure che si riterrà congruo ad un momento come questo? Le aziende che rappresento NON VOGLIONO chiudere, gli imprenditori che rappresento sono abituati a combattere ed a contare sulle proprie forze ed energie, la famiglie che li accompagnano sono abituate ad affiancarli………ma forse ora si sta esagerando, gli interventi devo essere certi e rapidi.
Si sta perdendo di vista il fatto che il comparto MODA rischia di perdere in Italia, nel 2020, circa 15Miliardi di
volume d’affari, mettendo a rischio 17000 negozi e circa 35000 persone, pensiamo che questi siano valori da
sottovalutare?
Ad imprenditori, che già scontano uno dei maggiori carichi fiscali del mondo, anziché un risarcimento a fondo
perduto proporzionale al fatturato perso, così come accade in altri paesi europei, una moratoria sui finanziamenti di almeno 12 mesi, l’annullamento di tutte le tasse del 2020, è stato riconosciuto un assegno di 600 euro con l’obbligo a contrarre nuovi importanti debiti bancari senza alcuna reale agevolazione.
Le aspettative che riponevamo nel Decreto Liquidità sono state ampiamente disattese ed, a oggi, gli unici concreti
vincitori sono la burocrazia e la distanza di quanto proposto dalla concretezza di cui le aziende necessitano; noi non abbiamo intenzione di cedere ma lo Stato deve essere un appoggio concreto per il tessuto imprenditoriale”.
Riccardo Savella
Presidente Federazione Moda Italia L’Aquila
[su_note]COMUNICATO STAMPA[/su_note]