ABRUZZO – In questa fase di emergenza sanitaria a cui è conseguita una grave crisi occupazionale ed economica si è palesata tutta l’inadeguatezza dell’Assessore al lavoro della Regione Abruzzo, a cui era demandata, per legge dello Stato, che ne garantisce la necessaria copertura economica, la competenza sugli ammortizzatori sociali e, nello specifico, sulla cassa integrazione in deroga.
Infatti, la Regione Abruzzo è stata tra le ultime in Italia a sottoscrivere l’accordo quadro per la concessione della cassa integrazione, quando quasi tutte le regioni si trovavano già nella condizione di raccogliere le domande, fare l’istruttoria e la sua definizione con decretazione regionale, concedere le autorizzazioni da inviare all’Inps affinché autorizzasse l’azienda al pagamento delle spettanze a seguito dell’invio telematico del modello SR41 per il pagamento diretto.
Apprendiamo con rabbia dall’Istituto Previdenziale che, per quanto concerne l’erogazione del beneficio della CIGD, non risultano inoltrate domande da poter mettere in liquidazione e assistiamo alla dichiarazione dell’assessore regionale che informa che sono state autorizzate le richieste per 264 lavoratori su una platea di oltre 50000 lavoratori in tutta la regione. Ben poca cosa, se non al limite del
surreale, forse era meglio tacere piuttosto che giustificare gli errori e le inadempienze compiute.
Parliamo di lavoratori che avranno un reddito garantito solo dal beneficio riconosciuto dallo Stato, con erogazione diretta da parte dell’INPS; lavoratori che ormai sono da oltre un mese senza alcun sostegno economico; mentre, sappiamo che in altre regioni, con l’intervento delle banche, si è riusciti ad avere una anticipazione fino ad un valore di 1400 euro per lavoratore.
L’assessore dovrebbe ammettere le proprie responsabilità in questa grave vicenda, affrontata forse con estrema superficialità. Il dilatarsi dei tempi per il riconoscimento delle somme ai lavoratori sospesi mette in crisi un intero sistema economico, sorretto in gran parte da quelle imprese di cui i lavoratori sono dipendenti. Parliamo di piccole o micro imprese ed artigiani, ossia di quelle imprese spesso
oggetto di una retorica che non coincide con l’impegno ed i fatti per sostenerne la continuità lavorativa.
A tale drammatica situazione si aggiunge la condizione dei lavoratori con borse lavoro e tirocinio formativo che sono emanati direttamente, disciplinati e promossi su tutto il territorio di riferimento proprio dalla Regione Abruzzo. Per il sostentamento di questi lavoratori, ancora oggi, lo stesso assessore, non riesce a garantire alcun impegno. Infatti, nell’accordo quadro non sono state trovate
soluzioni utili a garantire loro un reddito in questa fase di sospensione delle attività.
La politica deve trovare immediatamente la soluzione ai bisogni primari delle persone, questo è il suo compito, non c’è più spazio e tempo per illusioni e bugie.
Il Segretario CGIL provincia dell’Aquila Francesco Marrelli
[su_note]COMUNICATO STAMPA[/su_note]