AVEZZANO – Un incontro casuale in piazza della Repubblica, fortunatamente vuota, un furgoncino spicca come un chicco di caffè nel latte. E’ contornato da sgabelli, sedioline pieni di uova pasquali, pacchi di pasta e sacchi di patate. Le vicende di cronaca fanno sorgere sospetti e dubbi, quel veicolo posto lì solitario con tutta quella merce, dava l’immagine di chi, approfittando della situazione, vendeva prodotti alimentari vari. Avvicinarsi è stato scoprire che chi gestiva il tutto non vendeva, regalava. Così ho conosciuto il dottor Antonio Di Berardino. Docente di riabilitazione in acqua, un master per la riabilitazione sull’autismo, specializzato nella riabilitazione motoria post intervento, collabora con il professor Caprio, con il professore Adriani e il dottore Fina. Un avezzanese Doc, “purosangue” si definisce. E’ papà di ben cinque figli, di cui uno adottato e un altro in arrivo. Un incontro fortuito ma importante per scoprire chi agisce, senza clamori, per offrire cibo a chi ne ha bisogno. E’ più di un mese che gira in lungo e largo per la Marsica, e non solo, partendo prima con la propria macchina, che a lungo andare era diventata piccola per contenere tutte le provviste. Così ha acquistato il furgone con l’aiuto della moglie, della famiglia e investendo del proprio; con il supporto di qualche amico, compra prodotti alimentari da distribuire.
“Questa iniziativa si chiama “18+1. Uno per tutti, tutti per uno” perché 18 è il numero della mia vita, giocavo a calcio come titolare con la maglia 18.” –afferma soddisfatto-“Questa azione mi sta insegnando tanto, e mi permette di far comprendere ai miei figli che ci sono dei momenti in cui bisogna, purtroppo, rinunciare a tutto, e loro lo stanno comprendendo. Comprendono che fare del bene oggi, a chi ne ha bisogno, potrebbe voler dire che, un domani, qualcuno potrà aiutare loro in caso di necessità. Sinceramente vorrei continuare a percorrere questa strada anche quando finirà l’emergenza. Aiutare queste persone che hanno bisogno, fa stare bene.”
Nonostante l’importante messaggio, sono solo dieci le persone che contribuiscono alla missione di Tony Di Berardino. Un aiuto, per fortuna, lo riceve anche da amici agricoltori e coltivatori che gli consegnano i prodotti che, in giacenza nei magazzini, potrebbero rovinarsi in quanto non distribuiti ai negozi. C’è chi gli ha regalato 15 quintali di patate.
Il pacco donato è composto generalmente da pasta, latte, biscotti, pannolini -se c’è un neonato-, pelati, zucchero, insomma da beni di prima necessità. “non si arriva mai, si crea un vortice, perché il pacco è sufficiente, forse, solo per una settimana. Riesco ad aiutare un centinaio di famiglie. I buoni pasto del Comune sono circa 600 su 1300 domande. Bisogna comprendere che molte persone di Avezzano, non sono in grado nemmeno di capire come formulare la domanda.”
Tony ci tiene a far capire che “farsi aiutare non vuol dire doversi vergognare. Perché mi accorgo che c’è un imbarazzo a tendere la mano per ricevere la busta della spesa.”
Oggi dovrebbe aiutare chi può, c’è davvero tanta gente che potrebbe sostenere questa iniziativa con la sicurezza del buon fine.
“Grazie a Dio-continua Tony- vivo una vita come l’avevo programmata, non mi posso assolutamente lamentare. Credo di essere l’ultima persona che avrebbe dovuto prendere un’iniziativa del genere, commercianti, industriali ad Avezzano ce ne sono che potrebbero contribuire, ma non hanno mosso un dito, eppure il “mi piace” te lo mettono sulla pagina facebook.”
Oggi i nuovi poveri sono coloro che vivevano alla giornata facendo un lavoro in nero che, bene o male, consentiva di portare il pane a tavola. Chi è povero sta diventando più povero. La maggiore richiesta della spesa perviene dai nostri concittadini, contrariamente a quel che si pensa.
“Il Coronavirus, questa pandemia ci sta facendo capire che siamo tutti uguali. Cerchiamo in tutti i modi di distinguerci, e fare a gara a chi ha di più, ma la natura ci pensa e riporta tutti con i piedi per terra” . Sì Tony, come ‘na livella.
Ogni giorno dalle 16,30 alle 18,30 il furgoncino di Tony, verde come la speranza, con il tettuccio bianco come la “purezza d’intenti”, è in sosta in Piazza della Repubblica, non solo per donare a chi ne ha bisogno, ma anche per ricevere una busta con alimenti affinché possa continuare ad aiutare più famiglie.