CELANO – Ha fatto discutere la decisione, presa giorni fa, dai vertici della Clinica Immacolata di Celano, di concerto con il Sindaco Settimio Santilli, della messa in cassa integrazione dei dipendenti della struttura.
All’insorgere dell’emergenza fu subito stabilito che la clinica dovesse garantire prestazioni sanitarie solo di carattere estremamente urgente e chiudere a ricoveri programmati ed interventi.
Su questa linea, Settimio Santilli, è andato all’unisono sin dall’inizio: “Per tutto il periodo emergenziale del COVID 19, le cliniche private sono tenute ad accogliere i pazienti NO-COVID eventualmente trasferiti dalle strutture pubbliche della rete di emergenza regionale, anche rimodulando la loro attività di elezione.Cosa scegliemmo? La salute! La vita! Scegliemmo il male minore, la presumibile cassa integrazione dei dipendenti, piuttosto che il contagio da Coronavirus di questi: medici, infermieri, personale amministrativo, pazienti e potenzialmente anche celanesi e non solo. Insomma un probabilissimo focolaio a causa di una sede ospedaliera non strutturata per curare il Covid19. Siamo stati addirittura accusati pesantemente per questa scelta e tacciati per coloro che avevano in mente chissà quale disegno per il futuro.A che pro mi dovete spiegare? Quel che avevate in mente voi di perverso e che avreste fatto dall’alto della SAPIENZA, non è assolutamente detto che lo abbia avuto in mente chi ha una coscienza negli interessi della sua comunità”.
Da tre giorni arrivano incessantemente notizie di pazienti, medici e infermieri contagiati in una clinica di Sulmona che ha deciso di mantener aperta la struttura sanitaria, nonostante sia stato identificato come ospedale NO COVID .
A tal proposito raccogliamo la preoccupazione delle sigle sindacali CGIL CISL e UIL: “Le scriventi OO.SS. intendono esprimere pubblicamente la profonda preoccupazione ed il proprio disappunto in merito a ciò che sta accadendo nelle strutture sanitarie della Valle Peligna, Ospedale dell’Annunziata e Casa di Cura San Raffaele, rispetto a ciò che, come avevamo già avuto modo di dichiarare, altro non è che una catastrofe annunciata e, purtroppo, prevedibile. Nello specifico, partendo dall’Ospedale dell’Annunziata di Sulmona, ad oggi prendiamo atto del fatto che, nonostante il Presidio Ospedaliero di Sulmona sia stato identificato come Ospedale No COVID – e ciò viene confermato anche dalle dichiarazioni pubbliche rilasciate dal Sindaco di Sulmona piuttosto che dal Direttore Generale della ASL, ovvero dalla stessa Regione Abruzzo – nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale risulta siano ancora ricoverati 4 pazienti affetti da COVID-19. Per quanto riguarda invece la Casa di Cura del San Raffele, apprendiamo, sempre dagli organi di stampa che ad oggi sono notevolmente aumentati i casi “positivi” e ciò, fermo restando che andranno verificate le responsabilità rispetto ad un ingenerarsi di un focolaio all’interno della struttura e di conseguenza nell’intero territorio – atteso peraltro che i lavoratori fino a quando la situazione non è emersa in tutta la sua gravità hanno continuato, loro malgrado, a svolgere tutte le azioni quotidiane anche con contatti con i loro familiari – riteniamo che la situazione va affrontata senza ulteriori indugi e che i lavoratori, i pazienti, e di conseguenza l’intera comunità Peligna, venga messa immediatamente in sicurezza”.
Sembra che a scatenare il focolaio nella clinica San Raffaele sia stata una paziente di Bergamo, che è stata a contatto con medici e personale sanitario. A questo punto sarebbe opportuno cercare di ricreare tutta la rete dei collegamenti al più presto possibile. Tornando invece ai due casi di Celano, cui si è aggiunto purtroppo poco fa il terzo, suscita indignazione dover essere a conoscenza del fatto che i ricoverati si trovavano nella struttura per curare ben altre patologie e ad oggi invece, per non curanze esterne, si ritrovano a dover combattere anche contro la maledetta infezione da coronavirus, contro il mostro.
Il sindaco Santilli, preoccupato ed adirato per la situazione di emergenza che tutti stiamo affrontando, così ha dichiarato: “Oggi mi ritrovo ad affrontare problematiche serissime dovute ad un’altra clinica privata in altro territorio che fece tutt’altra scelta, che ha creato un vero e proprio “lazzaretto” e i cui effetti sono solo all’inizio e non solo per Celano.
Perché i miei concittadini che erano in cura nella Clinica per ben altri problemi, ora ne devono avere anche ben altri? Perché? Perché le loro famiglie devono avere anche questo di problema? Perché? Per il dio denaro? DOVRETE FARE I CONTI CON LA VOSTRA COSCIENZA!
Analizzate i dati di ieri, e non mi rivolgo solo ai miei concittadini, su 26 contagi nella Asl de L’aquila, 25 sono di Sulmona. Oggi i dati peggioreranno ulteriormente.Sono le amare conseguenze di quando non si riesce a guardare a un centimetro dal naso, ad avere una visione ampia e lunga, ad essere lucidi e riflessivi, mettendo anche in conto accuse fuori luogo annesse e connesse di chi non capisce o gli conviene non capire scelte che all’epoca sembravano da irresponsabili. Ora lo erano? Ora lo sono? Fui un irresponsabile? La rifarei mille e altre volte la scelta di un mese fa!”, tornando, appunto alla decisione presa circa la chiusura della Clinica Immacolata”.
E intanto è arrivata la nota ufficiale della Asl che conferma il terzo contagiato celanese ricoverato nella struttura peligna…Al momento, per quanto riguarda il numero totale di positivi celanesi, già dichiarati dalla nostra testata in base alle comunicazioni del primo cittadino, sono a quota 5, di cui: tre pazienti ed un medico della clinica di Sulmona ed un’altra persona in terapia domiciliare.
La storia continua…non è la fine…