Ha quasi mezzo secolo ma si può dire sia un giovincello: chi di voi, anche tra i meno anziani, sguazza nella sterminata discografia del rock mondiale (ma non solo) sa bene che The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd sia una pietra miliare nella storia della musica.
Denaro e morte, follia e suoni cosmici, e poi il trascorrere del tempo, il rapporto conflittuale con l’altro da sé e l’alienazione mentale, The Dark Side of the Moon (intitolato Dark Side of the Moon nell’edizione CD del 1993) oggi primo marzo compie 47 anni.
Era infatti il 1973, all’indomani del Watergate e della fine della guerra nel Vietnam, che i Pink Floyd pubblicarono negli States con la Capitol Records quell’album che rimarrà nella storia. Registrato negli storici Abbey Road Studios di Londra, dal giugno 1972 al febbraio 1973, ed ottavo album del gruppo musicale britannico, è considerato uno dei migliori album di tutti i tempi, sia dai critici che da semplici appassionati.
Un successo immediato che dura nel tempo
The Dark Side of the Moon divenne immediatamente uno degli album più venduti nel mondo e rimane nelle prime 25 posizioni degli album più venduti negli Stati Uniti d’America, tuttora presente nella Billboard 200 con più di 930 settimane di permanenza, di cui 741 consecutive, alle quali vanno aggiunte le oltre 1100 settimane nella Top Pop Catalog Albums introdotta nel marzo 1991.
Negli Stati Uniti il vinile del quartetto inglese uscì prima della istituzione del disco di platino (gennaio 1976), per cui venne premiato con un solo disco d’oro fino al 16 febbraio 1990, quando gliene furono dati altri 11 in platino. Il 4 giugno 1998 la Recording Industry Association of America (RIAA) ne assegnò ancora 4, facendogli raggiungere quota 15.
Nel 2003, anno di pubblicazione dell’edizione ibrida in CD e SACD, The Dark Side of the Moon raggiunse nuovamente il primo posto delle classifiche Billboard con 800mila copie vendute negli Stati Uniti.
Nella mente dei fantastici 4 – Roger Waters, David Gilmour, Nick Mason e Richard Wright – l’album doveva inizialmente raccontare le pressioni e le difficoltà della vita da musicista: poi, The Dark Side of the Moon è arrivato a parlare di ricchezza e di guerra, di follia e di esistenzialismo, di morte e di solitudine.
Vi lasciamo con Money, per destreggiarci tra l’avarizia, la ricchezza di pochi e il consumismo quanto mai attuali: