OVINDOLI – In questi giorni si è conclusa la fase di liquidazione dell’annualità 2018 per i danni provocati alle coltivazioni e agli allevamenti dalla fauna selvatica nel Parco naturale regionale Sirente Velino.
Il verificarsi dei danni alle colture, soprattutto a causa dei cinghiali e dei cervi, ha raggiunto proporzioni elevate anche nell’anno 2018, mettendo a dura prova la sopravvivenza delle aziende agricole e zootecniche. Nonostante l’attuazione delle attività di contenimento, sia all’esterno che all’interno del territorio protetto, e la predazione operata dal lupo, il carico di cinghiali e dei cervi è ancora elevato, visti i dati.
“Stiamo facendo il possibile” dichiara il Commissario Igino Chiuchiarelli, “ma non è ancora sufficiente e ce ne rendiamo conto. Intanto diamo ristoro alle aziende agricole cercando di stringere i tempi per l’erogazione del contributo che, dopo l’autorizzazione avuta dalla Commissione Europea nel 2018 per il superamento del de minimis, copre il 100% del danno. Il Parco tiene in debita considerazione le attività socio-economiche delle comunità che vivono all’interno dell’area protetta, è una priorità di questa gestione.”
I fondi sono stati trasferiti dalla regione Abruzzo con l’intervento dell’assessore Imprudente che ha ben presente il problema. “Abbiamo messo su un sistema di verifica della veridicità delle domande sia con verifica a campione della messa a coltura che successivamente al danno. Ma l’azione deve essere migliorata e potenziata, soprattutto sul contenimento del numero dei capi con una gestione delle gabbie di cattura efficace e produttiva. Comunque posso esprimere soddisfazione per aver concluso il percorso in tempi ragionevoli, dovendo anche riformulare l’assetto organizzativo delle verifiche e liquidazioni.”
“Infatti” aggiunge il Presidente della Comunità del Parco Francesco D’Amore “quest’anno si proverà ad affidare la gestione delle gabbie all’esterno, sempre sotto il controllo dell’Ente, ma svincolando da orari di lavoro prefissati e da una collaborazione volontaria. Abbiamo avuto l’autorizzazione da ISPRA per continuare il contenimento con la raccomandazione ad incentivare il numero delle catture e a non rilasciare animali catturati. È in lavorazione il nuovo piano di contenimento per il triennio 2021/2023 che sarà quanto più esaustivo e completo per la risoluzione del problema”.
Ricordiamo anche che il Parco regionale Sirente Velino ha attivato già da qualche anno la prima filiera delle carni di cinghiale in Abruzzo che prevede anche la fase di commercializzazione fidelizzata.
Anche se l’obiettivo rimane la riduzione del numero dei capi in questo modo si garantisce anche una valorizzazione della risorsa.