TRASACCO – Con l’alto patrocinio del comune di Trasacco, il seminario è stato promosso dal Movimento Cristiano Lavoratori, Feder.Agri, in collaborazione con l’Istituto d’Istruzione Superiore “A. Serpieri” di Avezzano e con Confagricoltura-L’Aquila. I lavori sono stati presieduti da Sergio Venditti, presidente Mcl Abruzzo e Molise, mentre i saluti sono stati a cura del primo cittadino Cesidio Lobene, di Gianluca De Angelis, sindaco di Lecce dei Marsi, dei rappresentanti dei comuni di Collelongo, Luco dei Marsi e Villavallelonga., nonché da parte del consigliere provinciale Gianluca Alfonsi.
Tra i relatori intervenuti Ruffino Sgammotta (docente Istituto Agrario di Avezzano), Dott. Marco Gaito (ricercatore del Crea), Sergio Natalia (esperto marketing territoriale) Lucilla Lilli (nuovo presidente del Gal Marsica), Alfonso Luzzi (Segretario generale Feder.Agri). Sono seguiti i contributi del dirigente dell’Istituto Comprensivo di Trasacco F.M. Pizzardi e della dirigente dell’Istituto “A.Serpieri” di Avezzano Cristina Di Sabatino, e le testimonianze di alcuni operatori territoriali, tra cui quella di Paolo Peverini gestore di una fattoria sociale, e che ha partecipato al Premio Nazionale sull’Agricoltura promosso da Confagricoltura.
Il seminario pilota ha avuto l’obiettivo di presentare spunti e proposte per permettere alle cosiddette aree marginali della Marsica di puntare all’accrescimento dell’agricoltura sociale per lo sviluppo delle aree interne, in modo da arginarne anche il problema dello spopolamento.
Tali zone sono, spesso, disagiate perché hanno carenza di servizi e logistica e questo è, oggettivamente, difficoltoso per cittadini ed imprese che vogliono investire. In particolare, sono i piccoli comuni montani le realtà più in difficoltà.
Tuttavia, sempre di più le nuove generazioni puntano molto al ritorno all’agricoltura che, come ha ricordato anche il sindaco di Trasacco Cesidio Lobene, durante i saluti iniziali, “mentre negli anni passati è stata definita come un’arte meno nobile, si è, poi, capito che era ed è veramente la colonna portante della nostra economia. E’ il motore che spinge l’Italia verso una crescita economica importante, in controtendenza rispetto a quello che è l’andamento economico generale nazionale”. L’agricoltura, dunque, come settore trainante per l’economia; si pensi che la stessa Comunità europea ogni sette anni stanzia ben il 37% totale delle risorse da destinare, e da ripartire tra i Paesi comunitari, proprio al settore agricolo.
In particolare, anche in una zona ad altissima intensità produttiva, come quella della Piana del Fucino, l’agricoltura sociale potrebbe fare molto per il recupero dei terreni marginali o di quelle aree collinari o montane abbandonate. Un terreno ideale, quello dell’agricoltura che, unendo la dimensione economica, sociale e culturale, diventa sì europea ma rimane anche radicata alla sua dimensione locale, valorizzandone saperi e tradizioni.
Un nuovo modo questo di concepire l’impresa agricola che non è volta solo alla coltivazione delle colture, ma si dipana all’interno di una visione molto più ampia, che coinvolge anche gli aspetti valoriali e sociali per un nuovo modello di welfare. Tutte le associazioni di categoria si sono rese disponibili per ragionare su come favorire questa iniziativa ed arrivare, insieme, ad un protocollo d’intesa che possa mettere in atto delle convincenti misure, volte ad evitare lo spopolamento delle zone marginali facendo leva sulle risorse del luogo.
Grazie alla legge regionale n.18 del 6 luglio 2011, la Regione Abruzzo riconosce e sostiene l’agricoltura sociale come uno strumento per l’attuazione delle politiche sociali e riconosce il carattere multifunzionale delle attività agricole, come contesto favorevole per lo sviluppo di interventi in ambito di servizi sociali, socio-sanitari ed educativi. Infatti, attraverso progetti imprenditoriali, improntati alla realizzazione di orti e fattorie sociali, si può favorire l’inclusione e la riabilitazione di soggetti con disabilità fisiche o psichiche; sostenere attività rivolte a minori a rischio; attuare l’inserimento di anziani, diversamente abili, soggetti con dipendenze, giovani disoccupati, immigrati, donne in difficoltà. Ovviamente tutto ciò comporta una rete di figure professionali non solo agricole, ma preposte all’erogazione di tali servizi, che vengono ricomprese all’interno di questa tipologia di agricoltura.
“L’agricoltura sociale – afferma Alfonso Luzzi, Segretario Generale di Feder.Agri – è il punto di unione degli elementi valoriali e civili, alla base del mondo agricolo, e l’attività imprenditoriale che lo stesso agricoltore deve svolgere. Nelle aree marginali consente di poter reinserire nel discorso produttivo, delle stesse aziende agricole, persone che sono in difficoltà e all’interno delle proprie comunità. Scarsezza di finanziamento e lungaggini burocratiche – conclude – sono ancora gli elementi che impediscono di poter valorizzare questo importante settore della società italiana”.
“L’Agricoltura – gli fa eco il consigliere provinciale Gianluca Alfonsi – è volano di sviluppo per l’intera provincia, per la Marsica in particolare. E’ importante per le aree marginali recuperare un’agricoltura che abbia una vocazione anche civica. Declinarla anche in chiave sociale può creare occasione di sviluppo e recupero per l’intero territorio”.
Tra i vari progetti presenti nella Marsica ricordiamo l’esperimento della “Comunità montana montagna Marsicana” insieme a categorie di settore, illustrato dal presidente Gianluca De Angelis, che ha pianificato percorsi di inclusione sociale e lavorativa, attraverso l’attivazione di duecento tirocini formativi, dedicati ai soggetti che percepiscono il Reddito di Cittadinanza.
Altro fattore che gioca un ruolo fondamentale sono le scuole, come ad esempio l’Istituto Superiore “A.Serpieri” di Avezzano, dove da anni vengono formati i tecnici volti alla valorizzazione del settore agricolo. Importante il nuovo indirizzo di studi “Gestione delle acque e risanamento ambientale”, che sarà attivato dal prossimo anno scolastico e volto alla formazione di figure professionali in grado di operare per la tutela e gestione delle acque territoriali.
Un’importante realtà marsicana è l’azienda agricola sociale, di Paolo Peverini, a Massa d’Albe. Nata qualche anno fa, l’azienda è finalizzata all’integrazione sociale, opera nel ramo delle attività con gli animali, per soggetti portatori di handicap o problemi fisici/mentali, e propone percorsi formatiti e riabilitativi per soggetti svantaggiati o con dipendenze avvalendosi anche di diverse figure professionali.
“Quella sociale – spiega Paolo Peverini – è una forma di agricoltura in cui viene ‘sfruttata’ la terra per creare inclusione. L’idea è nata per una passione di fondo per il prossimo ed ho iniziato formazione per quanto riguarda tante realtà: bambini, disabilità, dipendenze, per cercare di aiutare queste persone. Tutto questo, insieme, ha creato anche la volontà di vivere in un ambiente genuino e biologico. Un’azienda agricola sociale va sostenuta – continua Peverini – a livello di enti pubblici ma anche da privati, perché ha bisogno di una continuità di presenza di persone con svantaggio sociale, e questo è possibile farlo solo se ci si crede un po’ tutti. La continuità, e la battaglia all’ozio, per chi ha problematiche o svantaggi è fondamentale, soprattutto se la si fa in un ambiente genuino”.
Non sono da trascurare infine, i prodotti tipici della nostra zona che, come ha spiegato nel suo intervento l’esperto di marketing territoriale Sergio Natalia, “sono una sorta di ambasciatore dei nostri territori e possono diventare il punto di riferimento per sviluppare azioni di marketing territoriale, finalizzati allo sviluppo turistico. Dobbiamo essere bravi a costruire un progetto di tutta la Marsica fondato sulle nostre tante produzioni tipiche”.
Anche il Gal Marsica in fase di attuazione del PSL (Piano Sviluppo Locale), finanziato dalla Regione Abruzzo, ha previsto una serie di interventi nel settore agricolo che vanno ad integrarsi con il sociale. L’investimento regionale è di circa 250 mila euro, di cui il 30% destinato proprio alle aree interne.
“Meritano attenzione – spiega Lucilla Lilli, nuova presidente del Gal Marsica – progetti destinati alla creazione di cooperative di comunità: sono piuttosto recenti ma, dove presenti, hanno dato buoni risultati di sviluppo e occupazione. Altro progetto è quello dei centri sociali per l’agricoltura, utilizzando strutture pubbliche in disuso, recuperandole e destinandole a formazione e servizi a sostegno per l’agricoltura. L’ultimo progetto è quello sul walfare del benessere collettivo, agricoltura come sistema per garantire una migliore qualità della vita ai soggetti che vivono nelle zone più svantaggiate”.
Un progetto pilota, dunque, per mettere insieme soggetti pubblici, privati, formativi, associativi e rappresentativi del territorio e per confrontarsi e raccogliere elementi tecnici. “Se i ragazzi non hanno scelta è ovvio che abbandonino il territorio. L’impegno – afferma Sergio Venditti, presidente Mcl – è quello di proporre, in autunno, un convegno regionale ad Avezzano, anche con la Valle Roveto e la Valle del Giovenco, con proposte concrete da poter sottoporre ai decisori politico-istituzionali”.