SCURCOLA MARSICANA – La memoria viene definita come la funzione psichica che permette ad ognuno di riportare alla mente tanti accadimenti avvenuti in un tempo passato, con immagini, sensazioni o informazioni. La memoria resta oggi la necessità di non dimenticare avvenimenti che hanno coinvolto o, forse più esattamente, sconvolto un territorio. Poco importa la distanza nel tempo: ieri, cinquant’anni o, come nella celebrazione avvenuta nel Comune di Scurcola Marsicana, 160 anni fa. La morte in forma di eccidio ha trasformato una comunità portandola, contrariamente alle abitudini del tramandare, nel silenzio dell’oblio per l’atrocità dell’azione.
Scurcola Marsicana, una realtà che lotta affinché quel silenzio diventi urlo che squarci l’indifferenza. Per questo l’amministrazione, guidata dal Sindaco Maria Olimpia Morgante, con l’attiva volontà dell’assessore Francesco Tortora, hanno voluto che rimanesse inalterato nel tempo l’eccidio avvenuto quel lontano 1861, dove 89 soldati borbonici, rinchiusi prigionieri nella Chiesa delle Anime Sante della cittadina marsicana, vennero fucilati su ordine del colonnello Pietro Quintini. E’ stata svelata l’epigrafe posta proprio a ridosso della Chiesa che vide detenuti i soldati prima della loro morte “La città di Scurcola Marsicana, in memoria degli 89 insorgenti borbonici qui fucilati il 23 gennaio 1861. La municipalità cittadina e i compatrioti posero. Non muore chi ha aiutato altri a vivere.”
Don Nunzio D’Orazio dopo la celebrazione della Santa Messa, ha benedetto il cuscino di fiori donato dall’Associazione “Identitaria Alta Terra di Lavoro”, presidente Claudio Saltarelli, che ha salutato i presenti, sottolineando il valore del gesto e la grande solidarietà che l’unisce alla comunità scurcolana.
Importanti e significativi gli interventi dei sindaci Lorenzo Berardinetti del Comune di Sante Marie e Vincenzo Giovagnorio del Comune di Tagliacozzo, sempre istituzionalmente vicini e partecipi ad avvenimenti così importanti e significativi. Accolta con sentita partecipazione la vice sindaco del Comune di Pescorocchiano, Graziella Cardone, luogo natio di un gran numero delle vittime di quell’eccidio. In seguito poi la conoscenza della storia, espressa dal prof. Fernando Riccardi giornalista e scrittore di saggi sul brigantaggio nell’Italia meridionale. E’ stato poi il prof. Giuseppe Morzilli, ricercatore storico, a descrivere e definire i luoghi dello straziante percorso di sepoltura delle povere vittime. Viva la testimonianza data da Luciano Bonventre discendente di Domenico Di Matteo una delle vittime della fucilazione.
Un contributo, che ha portato l’immagine di momenti di vita dei briganti, è stato offerto dall’ associazione “ i Briganti di Cartore”, guidata dal presidente Giuseppe Ranucci.
Nel suo saluto, il priore della Confraternita del S.S. Suffragio, Matteo Andreoli, che ha ospitato il pubblico in quanto la Cappella delle Anime Sante è situata nell’edificio adibito a sede della confraternita, ha sottolineato l’importanza di quell’incontro e ha poi evidenziato la mostra fotografica curata ed esposta all’interesse degli ospiti.
Le conclusioni sono state affidate all’assessore Francesco Tortora, promotore dell’evento, che ha doverosamente porto i ringraziamenti a tutti per la collaborazione, ma in particolare ai consiglieri Franco Farina e Tomas Paolucci.
Un evento, una storia di ieri, di cinquanta o 160 anni fa, poco importa, è fondamentale riportarlo alla memoria e avere il coraggio di guardarsi dentro.