AVEZZANO – Il Mavic Mini è l’ultimo nato di casa DJI in tema di sistemi unmanned. Dall’uscita ufficiale ad oggi, però, si sta assistendo ad una lamentela mediatica da parte dell’utenza che chiede chiarimenti sul comportamento in volo di questo sistema. Infatti più di qualcuno avrebbe riscontrato problemi di pilotaggio con conseguente caduta del drone.
Dall’esame di alcune “pubblicazioni” video e da quanto appreso dai report dell’utenza, si è riscontrato che, più che delle cadute, si è trattato di atterraggi “pesanti”, che il sistema avrebbe eseguito senza il controllo del pilota. In altre parole, durante il volo, il sistema avrebbe avuto una progressiva perdita di quota senza rispondere ai comandi del radiolink, atterrando in maniera pesante laddove si trovava. È chiaro che, una siffatta situazione, ha creato non poca sorpresa per chi lo ha e per chi vuole acquistarlo.
Quindi la domanda che ricorre in maniera copiosa è: cosa sta succedendo al nuovo DJI?
Possiamo dire che non è il caso di fare “allarmismi” inutili perché cadute rovinose, di fatto, sono quasi inesistenti o comunque rientranti nella fisiologica casistica di questi sistemi; mentre sugli episodi posti in essere, occorre attenzione.
Sui sistemi unmanned, quando si verificano situazioni analoghe, molto spesso dipende dal sistema delle batterie. Infatti il Mavic Mini monta batterie agli ioni-litio al posto delle classiche batterie LiPo degli altri sistemi. Questa, probabilmente, è stata una scelta progettuale dettata dal contenimento del peso del drone, facendolo rientrare entro i 250g come previsto dalla normativa. Tale scelta, però, ha comportato l’adozione di batterie a basso livello di scarica con conseguente riduzione dell’erogazione dei picchi di corrente laddove richiesto. Il sistema, infatti durante il volo, ha spesso trasmesso il messaggio di “carico massimo raggiunto” con relativa perdita di quota. Ciò significa che il drone, non aveva più capacità di compensazione delle condizioni di volo. In quella fase, quindi, il progressivo calo di tensione della batteria provoca l’atterraggio forzato, e spesso pesante, del sistema.
Cosa fare quindi?
La risposta è semplice: è un sistema da 250g e come tale va trattato. Non si può pretendere di volare come se fosse un sistema di classe superiore. La DJI sta lavorando per analizzare la situazione, ma le raccomandazioni, per chi usa questi “volatili” sono di norma tre: non volare in condizioni limite, non stressare le batterie, evitare possibili interferenze radio sul sistema.
Una attenzione particolare va dedicata alle batterie. Infatti, per mantenerle in buono stato di conservazione occorre essenzialmente: a) evitare gli stress termici, perché il freddo degrada le prestazioni; b) tenere sempre un margine di carica di circa il 30%, evitando così, di “tirare il collo” agli elementi interni; c) riporre le batterie in modalità “storage” in caso di inutilizzo prolungato.
In ogni caso, assisteremo agli sviluppi della situazione seguendo anche eventuali notizie da parte della DJI.
Restate sintonizzati.