AVEZZANO – Dopo la eco del successo ottenuto a Bologna e Modena come regista, abbiamo raggiunto l’attore avezzanese, per comprendere questo suo nuovo ruolo.
Lino Guanciale, una esperienza completamente diversa da chi calpesta il palcoscenico come attore, vero?
“Era una cosa che desideravo fare da un po’. L’ ERT -Emilia Romagna Teatro –, con il quale lavoro da moltissimo, diciamo che teatralmente sono figlio in parte di ERT, infatti le cose più importanti che ho fatto a teatro in veste d’attore le ho fatte con loro, e sono quelle più premiate: come il premio della critica che mi è stato assegnato con la loro produzione “La classe operaia va in paradiso” e, nella persona del direttore Claudio Longhi, con il quale lavoro da 17 anni, mi ha proposto di fare la regia di questo testo di Elias Canetti “Nozze” che per me è un antico amore. Amo molto Canetti e avevo partecipato alla elaborazione del “Progetto Canetti” che Claudio Longhi ha messo in campo in quest’ultimo anno. Non potendovi partecipare da attore, come ho fatto ultimamente, mi è stata proposta la regia di “Nozze” mentre Longhi ha firmato la regia di “La commedia della vanità” altro lavoro importante di Canetti.”
E’ maggiormente difficile avvicinarsi al teatro come attore che come regista?
“Come ti dicevo, era una cosa che desideravo fare da tanto. Pur non avendo chiesto io di fare la regia di “Nozze” ma avendomela proposta loro, in realtà e come se avessero risposto a un mio desiderio. Ho detto sì di slancio perché era necessario, arrivato all’ età di 40 anni, di cui 20 passati in palcoscenico, fare questo ribaltamento di campo, un’esigenza per integrare in qualche modo la mia esperienza teatrale. Io sono sempre stato un attore-autore, cioè molto partecipe all’ elaborazione dei progetti a cui ho preso parte, il mio modo di recitare è così. Ho bisogno di sentirmi parte di un progetto in maniera creativa e non soltanto di restituzione fisica in scena. La regia desideravo farla da tempo e devo dire che, nel momento in cui ho fatto questa esperienza, ho scoperto difficoltà che non sospettavo. Pur essendo un po’ regista dentro, ero di quelli che in fondo pensava che la fatica vera la fa l’attore. Non è esattamente così. Chi fa il regista deve mantenere le redini del tutto, dell’interpretazione complessiva, dell’organizzazione del linguaggio scenico di uno spettacolo. E’ una responsabilità enorme. La cosa che mi è mancata di più è che quando sei regista hai in qualche modo il controllo di quanto succede fino alla “prima” ma, dalla “prima” in poi non puoi più nulla, lo spettacolo è solo degli attori che lo mettono in scena. Il giorno della “prima” ho veramente compreso quanto l’esperienza sia diversa, perché le “prime” da attore le ho sempre vissute da: “adesso tocca a me”, mentre invece il regista mette un punto al suo lavoro proprio là dove poi consegna le chiavi a chi lo mette in scena. “
Continuerai a firmare la messa in scena di spettacoli teatrali?
“E’ stato importante per me fare questa esperienza, credo che continuerò su questa strada, la regia è un percorso che mi interessa molto e che credo mi faccia crescere anche come interprete.”
Quali sono le prospettive di ”Nozze”?
““Nozze “ è nato come “Progetto Canetti”, pertanto ha fatto repliche nelle due sedi di ERT cioè: Bologna e Modena. Per questa stagione ha così chiuso il suo corso. Lo spettacolo è molto piaciuto, e ha avuto un ottimo riscontro. E’ quindi possibile che l’anno prossimo si vada in tournée. Non è escluso che lo si possa vedere anche da noi. Come sai, quello che è posso fare per la crescita del nostro teatro lo faccio volentieri. Conosco i 12 ragazzi interpreti in “Nozze” . Tutti quanti giovanissimi, l’età media è di 22 anni, e sono una potenza in scena; mi piacerebbe che il nostro pubblico avezzanese potesse vederli.”
Ti si continuerà a vedere nelle serie che ti hanno portato al successo televisivo?
“Sì, la prossima stagione ci saranno diverse uscite. Quest’anno ho lavorato tanto per cose che usciranno l’anno prossimo, ci sarà anche un significativo assestamento di rotta su un certo tipo di prodotti. “L’allieva 3” chiude un percorso che era bene chiudere per rispetto del lavoro nostro, tutti siamo stati felici di farla, ma anche degli telespettatori che l’hanno tanto desiderata. Ci sarà la chiusura della “Porta Rossa” con la “Porta Rossa3”. Sono soprattutto due i progetti a cui tengo molto, il “Commissario Ricciardi” e un altro progetto che è una co-produzione internazionale di cui ora non posso dire gran ché. All’età che ho di 40 anni mi collocano con un certo tipo di profilo.”
E’ già la seconda volta che sottolinei la tua età!
“E’ un dato di fatto!”
Tornerai ad Avezzano in chiusura di queste festività?
“Rientro per stare con la famiglia e fare un punto sulla stagione del Teatro dei Marsi. Lo abbiamo detto tante volte, è una stagione di transizione ma anche di partenza di nuovi concetti. Devo dire che sono soddisfatto di come stanno andando le cose.”
Grazie Lino, auguri!
“Auguri a te e a tutti!”