TRASACCO – Presenti alla cerimonia inaugurale il primo cittadino Cesidio Lobene, il vice sindaco Oreste Fosca, i consiglieri di maggioranza Domenica Coletti e Guido Venditti, i curatori della mostra dott.essa Sebastiana Ferrari e dottor Martorano Di Cesare dell’Archivio di Stato dell’Aquila e Avezzano.
La mostra nasce nel 2013 dall’iniziativa dell’associazione sportiva “Vallelonga bike” per essere, poi, sviluppata e realizzata dall’Archivio di Stato dell’Aquila in occasione del X anno del “Tour bike della Transumanza – sul cammino degli avi pastori, rivisitazione in chiave moderna della transumanza”, che si svolge ogni anno agli inizi di agosto per una meravigliosa immersione nello sport, nella natura e nella cultura. Il tour attraversa l’Abruzzo per arrivare in Puglia, passando per il Molise.
La prima esposizione avvenne ad Ortanova (Foggia), luogo di transumanza dei pastori di Villavallelonga per spostarsi, poi, a Foggia, Campobasso, Opi, Pescasseroli, Villavallelonga, Collelongo, Villetta Barrea, Avezzano, Trasacco, tutti paesi legati tra loro dalla pratica della transumanza.
Ma cos’era la Transumanza? Si tratta di un’attività antichissima, fatta risalire addirittura fin dall’epoca preromana, che consiste nella migrazione stagionale delle greggi e dei pastori in zone di montagna in estate e verso la pianura in inverno percorrendo i tratturi, ovvero grandi strade naturali. Ogni anno, dopo il 15 settembre, migliaia e migliaia di pecore attraversavano l’Appennino partendo dall’Abruzzo per raggiungere il Tavoliere di Puglia e attraversando il Molise, per far ritorno il 15 giugno dell’anno successivo.
Intorno alla metà del 1400 la Transumanza divenne la principale fonte economica dei paesi abruzzesi fino al 1800, tanto che gli Aragonesi decisero di far sviluppare il commercio della lana. Durante il Regno di Napoli, il re Alfonso I d’Aragona istituì la Regia Dogana per la mena delle pecore in Puglia e la Doganella d’Abruzzo, riformando così l’Istituto della Mena per le pecore. Presso la Dogana di Foggia, inoltre, fu istituito un tribunale che si occupava esclusivamente delle cause tra pastori.
I principali tratturi che collegavano l’Abruzzo e la Puglia erano il Celano-Foggia, il Pescasseroli-Candela, il Castel di Sangro-Lucera e l’Aquila-Foggia, quest’ultimo denominato Tratturo Magno perché il più lungo di tutti.
Dopo l’Unità d’Italia e, a seguito delle riforme di Giuseppe Napoleone nel 1806, i contadini poterono riscattare i terreni dedicati ai pascoli, così la transumanza perse progressivamente importanza infliggendo un duro colpo ai pastori.
La mostra vuole mettere in risalto tutto ciò che si è sviluppato intorno a questa pratica attraverso la ricerca di documenti nell’Archivio di Stato dell’Aquila e di Foggia, nei Comuni ed anche dei privati puntando sulla “Civiltà della Transumanza”.
Questo perché la transumanza non è stata solo una pratica di allevamento, ma la rete tratturale, i luoghi attraversati, la storia e le tradizioni, le pratiche religiose sorte intorno ad essa hanno influenzato tutti gli aspetti del pensiero, della cultura e dell’economia, così come i rapporti politici: si pensi che i notabili spesso venivano da grandi famiglie di armentari.
L’esposizione mette in luce anche quali sono gli attuali riusi dei tratturi che si stanno diffondendo negli ultimi anni, soprattutto in chiave turistico-ambientale e sportiva.
Un lavoro, questo, che acquista ancor più importanza grazie all’iscrizione della Transumanza nella Lista Rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco avvenuta proprio lo scorso 11 dicembre, durante il Comitato intergovernativo svoltosi a Bogotà, in Colombia.
I pastori transumanti, come sottolineato nel dossier della candidatura presentato dall’Italia insieme a Grecia e Austria all’Unesco, hanno una conoscenza approfondita dell’ambiente, dell’equilibrio ecologico tra uomo e natura e dei cambiamenti climatici: si tratta infatti di uno dei metodi di allevamento più sostenibili ed efficienti. Oggi la transumanza è praticata soprattutto tra Molise, Abruzzo e Puglia, Lazio, Campania, e al Nord tra Italia e Austria nell’Alto Adige, in Lombardia, Valle d’Aosta, Sardegna e Veneto.
La mostra sarà visitabile dal giorno 21 dicembre fino a domenica 29 dicembre dalle ore 15,00 alle ore 19,00.