VILLAVALLELONGA – Esprime soddisfazione Marina Buschi, Presidente della Sezione CAI “Villavallelonga Coppo dell’Orso”, per la grande partecipazione e l’apprezzamento riscontrato alla Conferenza “Medicina in Montagna e Montagnaterapia con Il CAI”, organizzata in collaborazione con il Comune di Villavallelonga e la Commissione Medica del CAI Abruzzo. All’iniziativa erano presenti Gaetano Falcone, Presidente CAI Abruzzo, Eugenio Di Marzo, Consigliere Centrale CAI, il Vice Sindaco di Villavallelonga, Vittorio Di Ponzio, un gran numero di soci CAI e molte persone del territorio amanti della Montagna. Dopo i saluti istituzionali, portati dalla Presidente della Sezione CAI “Villavallelonga Coppo dell’Orso”, Marina Buschi, dal Presidente CAI Abruzzo Gaetano Falcone e di Eugenio Di Marzo Consigliere Centrale CAI, si è entrati subito nel merito della Conferenza, grazie a relatori altamente qualificati: Dott. Giuliani Giampiero Presidente Commissione Medica, Dott.essa Legnini Margherita CMR, Dott.essa Tempesta Patrizia CMR, Dott.essa Valeria Martini ASL Val Vibrata, Dott.essa Capannolo Catia CMR, Dott. Di Andrea Osvaldo CMR.
La prima sezione dei lavori ha riguardato le buone pratiche da osservare in montagna in caso di malori, infortuni, malessere fisico, come poterli prevenire e come rimediare agli stessi; ancora è stata evidenziata anche l’importanza di una corretta Alimentazione da seguire prima, durante e dopo l’escursione in montagna.
Nella seconda parte dei lavori, è stata egregiamente spiegata, la Rivoluzione Innovativa della “Montagnaterapia”, come approccio terapeutico. «Con il termine Montagnaterapia si intende un originale approccio metodologico a carattere terapeutico-riabilitativo e/o socio educativo finalizzato alla prevenzione secondaria, alla cura e alla riabilitazione di individui portatori di differenti problematiche, patologie o disabilità, attuato attraverso il lavoro sulle dinamiche di gruppo, nell’ambiente culturale, naturale e artificiale della montagna. Le attività di Montagnaterapia vengono progettate ed attuate prevalentemente nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale, o in contesti socio-sanitari accreditati, con la fondamentale collaborazione del Club Alpino Italiano (che ne riconosce ufficialmente le finalità e l’Organizzazione Nazionale), e di altri Enti o Associazioni (accreditate) del settore». (AMI, 2009).
Le prime esperienze di Montagnaterapia in Europa risalgono agli anni ’80 in Belgio e in Francia e agli anni ’90 in Italia, grazie alla collaborazione tra sodalizi di montagna, aziende sanitarie e organizzazioni no profit. L’obiettivo è quello di offrire un ulteriore strumento terapeutico alla cura di persone affette da varie patologie (dagli handicap ai problemi psichiatrici, fino alla cecità) nell’ambiente montano, attraverso i valori dell’alpinismo. Infatti, per chiunque si ponga all’imbocco di un sentiero con l’obiettivo di raggiungere una vetta (o, più semplicemente, un rifugio) la montagna rappresenta un ambiente ricco di sfide. Sfide con sé stesso, innanzitutto, e con i propri limiti, con l’esigenza di adeguare il proprio passo a quello di chi, nel gruppo, procede più lentamente. Ed è proprio in questo rapporto con la natura e con il gruppo che so gioca il valore della Montagnaterapia per chi è più fragile. Condividere l’escursione significa superare le barriere insieme, nel gruppo ognuno trova in sé ciò che serve per il cammino.
Camminare ad alta quota fa bene, non solo alla salute fisica e mentale, ma anche alle relazioni. La Motagnaterapia è inclusiva, favorisce la cooperazione e aiuta a combattere insonnia, ansia e depressione.
«È auspicabile, conclude Marina Buschi, che tale attività possa prender piede nei nostri territori ed arricchirsi, in un futuro molto prossimo, di ulteriori contenuti per il bene di tutti. Mi auguro, inoltre, che possa essere l’inizio di un cammino da condividere e percorrere tutti insieme».
«I monti sono maestri muti e fanno discepoli silenziosi». J.W. Goethe
Buona Montagna
A cura di Antonio De Ioris