La poetessa Alda Merini è morta dieci anni fa a Milano, all’età di settantotto anni.
Ha scritto tante poesie, spesso più apprezzate dai lettori comuni che dalla critica ufficiale. Vittima di una difficile esperienza psicologica, di un “disordine esistenziale” che non la abbandonò mai, seppe scrivere versi di grande intensità e verità, trovando nella sua malattia una spinta creativa straordinaria.
Un breve inciso, in particolare, ci ha colpito proprio per questi 2 giorni tra Santi e morti; nel capolavoro “Francesco canto di una creatura” di Alda Merini, che è una rivisitazione in chiave lirica di uno dei giganti dello spirito che ha affascinato artisti e attirato il consenso popolare: S. Francesco.
O morte,
che tutti credono ributtante e infelice
tu sei una vergine leggiadra
che mi scioglierà da questo letame,
la donna
che consegnerà il mio calvario al Signore.
O morte,
che tutti credono deforme,
io ti ho veduta nel sospiro divino.
Danzatrice meravigliosa,
non sai come capisco il tuo eloquio.