Siamo ai lati della Piazza del Mercato.
C’è odore di legna tagliata.
C’è silenzio.
Alcune persone guardano la Piazza vulnerata e i resti degli alberi…
Uno dei platani è ancora in piedi, capitozzato completamente…
“E’ stato fatto uno scempio, – commenta A.C. scuotendo il capo – sembrava che si potessero salvare… Anzi avevan detto che sarebbero stati salvati…Ed invece ecco qui!”
“Sembrava che dovessero fermare i lavori, – fa eco A.S. – invece i Carabinieri Forestali han preso solo carte in Comune…”
“Abbiamo raccolto 1.500 firme e non son bastate!” – commenta sgomenta D.G.
Sono solo alcune voci raccolte ai margini della piazza recintata. Stan lì, quasi aggrappati alla grata della rete di perimetrazione. Sono abitanti e commercianti della Piazza del Mercato.
“Han detto che eran malati!” – accusa F.M.
“Macché! – ironizza G.V. – E’ stata una farsa… Il progettista si è smentito da solo… Ma poi è stato davvero lui a prevedere il taglio?”
“Ma il WWF, dove è stato? – dice con un po’ di rabbia E.D. – Han voluto la pista ciclabile e gli alberi?”
“Bah! Il WWF! – ironizza E.M. – Buoni quelli! Radical chic in bicicletta…Ma poi niente di più!”
“Povera Piazza mia! – fa ancora G.D. – Mi fa piangere quel che ha scritto o detto il vecchio sindaco: che questa piazza era residuale… Ma c’è mai stato davvero, qui tra di noi?”
“Forse, – ipotizza ancora A.C. – ci sarà qualcuno che sarà contento ora! Così avrà spazio per mettere i tavolini…”
Cerchiamo di saperne di più, ma è calato il silenzio, stan lì tutti muti, rassegnati, trasognati, mentre anche l’ultimo platano cade a pezzi…
Resta il ricordo di una immagine: quella di una elaborazione artistica, una sorta di Piazza Impossibile, forse è solo una visione di occhi rigati dal pianto, che fan vedere come attraverso una specie di prisma che scompone il ricordo…
Le fotografie, a parte quella in evidenza, sono di Giovanni M. De Pratti.