OVINDOLI – Mancano poco più di due giorni al concerto di Roberto Vecchioni ad Ovindoli. Sabato 10 agosto presso piazza San Rocco, in occasione della serata conclusiva dei festeggiamenti patronali, il grande cantautore si esibirà a partire dalle 22.00 in uno spettacolo al quale si potrà assistere gratuitamente.
Ma chi è Roberto Vecchioni? Vecchioni è un personaggio di cui si possono dire e scrivere tante cose. Nasce nel 1943 a Carate Brianza in provincia di Monza e Brianza, pur essendo di salde origini napoletane, dove trascorre la sua infanzia. Nel 1968 si laurea in Lettere Classiche a Milano presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Una formazione, quella umanistica, che nel giro di pochi anni lo indirizzerà ad approfondire studi di antichistica rivolti a materie letterarie, poetiche e filosofiche. Diverrà successivamente insegnante di Greco e Latino presso i Licei classici, ruolo che manterrà fino all’età della pensione. Proprio l’anno dopo il pensionamento Vecchioni passerà ad insegnare in varie università italiane, quale: L’Università La Sapienza di Roma, L’università di Torino e quella di Pavia. Qui il cantautore terrà diversi corsi, che nel tempo finiranno per diventare anche corsi monografici.
Il debutto come cantautore avviene nel 1968 quando incide un 45 giri, contenente sul lato A La pioggia e il parco e sul retro Un disco scelto a caso entrambi brani su musica di Lo Vecchio. Nel 1971 Vecchioni incide “Parabola”, il suo primo album, e sempre in quell’anno scrive l’inno per la squadra di calcio milanese dell’Inter. Dal 1973 in poi saranno anni ricchi di successi professionale ma anche di vicende giudiziarie che lo riguarderanno personalmente; vicende che si concluderanno qualche anno dopo con l’assoluzione definitiva. E’ impossibile non ricordare delle notti che Roberto Vecchioni passò in carcere in attesa del rientro del giudice dalle ferie che doveva scarcerarlo. E’ proprio in quella occasione che il cantautore lombardo compone il brano Signor Giudice, che si apre con la frase: “Signor giudice, le stelle sono chiare, per chi le può vedere, magari stando al mare” [ … ] “Signor giudice, lei venga quando vuole, più ci farà aspettare più sarà bello uscire…”
Nel 1977 esce il suo capolavoro più arduo ed intenso: Samarcanda. Un testo, questo, che molto probabilmente gli è stato ispirato da Appointment in Samarra dello scrittore americano John O’Hara. C’è un’altra parte della critica che invece fa risalire il brano ad una storia contenuta nel Talmud di Gerusalemme.
Il testo di O’Hara narra di un’antica storia dei paesi arabi secondo la quale, un giorno, un servo incontrò la Morte al mercato del paese. L’uomo allora corse dal padrone chiedendogli un cavallo veloce per fuggire dalla nera signora alla volta di Samarcanda, cioè lontano da lei. Il padrone acconsentì, poi sceso al mercato domandò alla Morte perché avesse spaventato il servo. Fu allora che la Morte rispose candidamente: “Non l’ho spaventato, ero solo stupita perché lo aspettavo stasera a Samarcanda”. E’ quindi chiaro che Roberto Vecchioni scrive la sua canzone cambiando i protagonisti: il servo diventa un soldato e il padrone un Re.
Quel tremendo “oh oh cavallo” che, agli occhi dei più, l’ha fatta sembrare una canzonetta, è fondamentale per cogliere a fine canzone lo spirito del soldato. “Corri cavallo, corri di là, ho cantato insieme a te tutta la notte, corri come il vento che ci arriverà”. E’ una fuga disperata. Se è vero che la Morte lo aspetta a Samarcanda, il soldato non le va incontro sorridente, ma continua a fuggire, per non rinunciare alla sua vita: è l’istinto di sopravvivenza, l’aspirazione all’eternità insita in ogni uomo. Non è un caso che molti anni dopo Vecchioni nel testo Shalom canterà: “ma non lo senti che è più forte la vita della morte?”.
L’apice del successo musicale verrà raggiunto nel 2011 con la vittoria del Festival di San Remo con il brano Chiamami ancora amore.
Nonostante le indiscrezioni non sapremo mai se è vera la notizia circolata qualche tempo fa su una sua candidatura al Premio Nobel per La letteratura insieme Bob Dylan e Leonard Cohen.
Abbiamo ritenuto necessario presentarvi brevemente il personaggio Vecchioni affinché la sua musica, attraverso cui mette in scena tutta l’opera letteraria, venga apprezzata di più. Ovindoli e il Comitato Feste 2019 meritano un plauso enorme per essere cioè riusciti a portare un nome così importante in Marsica