AVEZZANO – È un botta e risposta immediato fra il segretario del Pd, Giovanni Ceglie, e Gabriele De Angelis che, sfiduciato dal Consiglio comunale da Sindaco di Avezzano, nella seduta dell’8 giugno scorso, interviene nel dibattito in qualità di auto-difensore d’ufficio di se stesso.
Ceglie aveva accusato De Angelis, qualche giorno fa, di aver causato un disastro economico e di avere letteralmente sfasciato la città con le sue iniziative irresponsabili che, alla fine, gli sono costate la sfiducia da parte del Consiglio comunale.
De Angelis ha replicato affermando che Ceglie delira perché a causare la sua caduta, che poi viene chiamata la sfiducia del Consiglio comunale dal Consiglio comunale stesso che è ricaduta su di lui, è stata in realtà la voglia di poltrone dei consiglieri dei vari gruppi che, alla fine, hanno preferito far crollare tutto. A fronte di ciò, secondo De Angelis, due anni, in realtà 21 mesi e 10 giorni, di Amministrazione che hanno fruttato opere importanti (la fontana, gli alberi tagliati al Castello Orsini e a piazza Torlonia, la nuova Piazza Risorgimento il quasi parco del T-Rex (che poi è un giardinetto e poco più) e l’affaire Piazza del Mercato, ultimo grave sfregio alla città. Ma non solo. De Angelis sostiene che questi lavori e la sua azione hanno creato un notevole impulso all’economia della città. E quindi Ceglie delira.
Ceglie, letto lo scritto del privato cittadino De Angelis, ha subito replicato con la nota che segue:
«Come segretario del Pd non sono uso e non mi piace mai abbassarmi a dileggiare o a screditare (al limite del vilipendio) le Istituzioni o singole persone sebbene riceva questo trattamento da ex rappresentanti delle Istituzioni. Avendo una cultura scientifica analizzo i dati e parlo sulla base dei risultati.
Sono stato tacciato di essere delirante e di non avere le basi di una cultura di economia urbana oltre che di dare affermazioni false.
Proprio sull’onestà intellettuale ricordo che proprio De Angelis aveva giurato e spergiurato che se avesse perso al Tar, prima, ed al Consiglio di Stato poi, si sarebbe dimesso, ma nonostante la sconfitta l’onestà intellettuale è andata a farsi benedire. Inoltre i soldi per le spese legali li abbiamo pagati noi cittadini mentre i ricorrenti che hanno vinto li hanno messi di tasca propria, altro esempio di onestà intellettuale.
Inoltre un Assessore della precedente giunta che si candida come sindaco contro la Giunta che lo ha nominato non mi sembra un esempio di coerenza e onestà intellettuale. E che dire delle innumerevoli giunte che si sono susseguite in quasi 2 anni di Amministrazione De Angelis con un turn over di Assessori e Consiglieri quasi da Call Center (senza offesa per i call center), ricordo infatti che in meno di 2 anni almeno 3 vice sindaci si sono susseguiti e circa 50 tra assessori e consiglieri.
Evidentemente l’ex sindaco di Avezzano non ha elementi concreti per replicare alle mie osservazioni e procede, in modo protervo, ad insulti ed offese pesanti che non dovrebbero far parte di chi ha svolto un ruolo istituzionale così importante per la Città.
Un comportamento altamente non democratico che cerca l’autodifesa a tutti i costi, anche a spese della libertà di pensiero, di opinione e del pluralismo. È davanti agli occhi di tutti lo scempio che è avvenuto a danno del verde pubblico in piazza Risorgimento e in piazza Castello; è davanti agli occhi di tutti l’inutilità della pista ciclabile in un centro che si è sempre caratterizzato per il commercio, i servizi, le scuole. Tutti oramai sanno quanto è costata la base per il tirannosauro e tutti possono vedere quanto è piccolo e restrittivo il parco giochi realizzato vicino. È noto a migliaia di cittadini l’accanimento del signor De Angelis verso gli automobilisti avezzanesi e le discutibili sanzioni al semaforo di via XX Settembre. Per non parlare del danno arrecato al commercio del centro Città ed alle centinaia di ambulanti con lo spostamento del mercato dal centro alla periferia.
E poi viene a dire a me che ho scarsa conoscenza dell’economia urbana e di onestà intellettuale?
Il De Angelis probabilmente vive con la testa tra le nuvole da non essersi accorto che non sono stati gli ex Consiglieri a mandarlo a casa ma i cittadini avezzanesi e marsicani. Gli ex Consiglieri hanno solo raccolto le istanze della gente che non volevano più un dittatore dannoso a guida della loro Città ma un bravo Sindaco che stesse con la gente e tra la gente.
Signor De Angelis, se ne faccia una ragione, Lei a casa è stato mandato dai cittadini e bisogna ringraziare quei Consiglieri, che lei disprezza tanto, che hanno rinunciato alla poltrona di Consigliere comunale per il bene della Città.
Nulla di personale, ma impari che la libertà di espressione è una cosa seria ed a me i suoi insulti e le sue offese non mi fanno paura anzi mi rafforzano. – Il Segretario del PD di Avezzano Giovanni Ceglie».
Ci si consentano un paio di notazioni. Relativamente alle opere, vogliamo sottolineare che mai nessuna Amministrazione aveva registrato tanta opposizione ai suoi progetti e questo per l’impatto devastante che queste opere stanno avendo e avranno per sempre sulla vita dei cittadini. Si possono rimuovere, disse De Angelis mesi fa insieme al suo ultimo vice sindaco. Sì tanto pagano sempre i cittadini. Prima per fare e poi per smontare. Vecchia storia, come l’Anello realizzato da Floris e smontato da Di Pangrazio.
La seconda notazione riguarda l’accusa ai consiglieri che hanno sfiduciato De Angelis e la sua amministrazione di avere preteso poltrone e sempre di più. Forse è il momento di uscire allo scoperto e di dire esattamente come sono andate le cose. La gente, gli avezzanesi, meritano rispetto e di sapere realmente le cose come stanno. Noi siamo a disposizione di chiunque si voglia… “confessare”.
Infine, l’impulso alle attività. Forse siamo stati contagiati dalla stessa “patologia” del segretario del Pd Ceglie, ma a noi pare che la città langua peggio di prima e che l’ultima mazzata è arrivata con lo spostamento del mercato settimanale a nord e i concomitanti lavori e chiusure di strade in centro.
Deliri, sicuramente, ma secondo noi questa città ha «bisogno di un delirio che sia ancora più forte, ma abbia un senso di vita e non di morte» come diceva Giorgio Gaber .