MAGLIANO DEI MARSI – La storia che oggi vi vogliamo raccontare si riallaccia ad una frase, inserita in una celebre canzone del cantante napoletano Gigi D’Alessio, nella quale si narra una nevicata in pieno agosto. Molti nell’ascoltarla provano un misto di malinconia, ma anche di sottile umorismo: in pochi sanno, che quella canzone, in parte ci può collegare ad un evento storico successo molti secoli fa nella città di Roma proprio il 5 di agosto.
Roma è una città stupenda, nonostante i suoi eterni problemi, che al suo interno custodisce una serie di leggende e miracoli: oggi vi parleremo del miracolo della Madonna della Neve. E narrandovi la storia in questione ci ricolleghiamo anche nelle vicende artistiche e storiche della nostra cara Marsica, parlando della parrocchia di Santa Maria ad Nives in Magliano dei Marsi. Ma come iniziò questa storia? Siamo nella Roma del 364 d.C tra la notte del 4 e del 5 agosto, papa Liberio era da qualche anno tornato a Roma da un tedioso ed umiliante esilio, quando ad un nobile romano di nome Giovanni gli venne in sogno la Vergine Maria che gli chiedeva di costruire una basilica nel luogo ove il mattino seguente avesse trovato della neve. Secondo alcune fonti letterarie, il patrizio romano corse dal vescovo di Roma – così si chiamava a quel tempo il papa- e meraviglia anche Liberio ebbe lo stesso sogno. Si recarono al posto indicato, ovvero il Colle Esquilino: con grande meraviglia lo trovarono ricolmo di neve. Su quel misterioso manto di neve, lo stesso vescovo di Roma tracciò la pianta della futura basilica di Santa Maria Maggiore: si dice che fu proprio Giovanni nel finanziare i lavori. Da allora si celebra la festività di Santa Maria ad Nives, e tutt’ora Roma è protagonista di una rievocazione nella quale, dal cielo, si fa scendere la neve.
Ora veniamo al rapporto tra Magliano dei Marsi ed il culto di Santa Maria della Neve. Siamo nel 1932 quando mons. Domenico Scipioni, noto studioso maglianese, scrisse nel suo libro “La Chiesa di Santa Maria ad Nives in Magliano dei Marsi” le seguenti parole: “questa chiesa appare come una sfinge, perché la mancanza di documenti non permette di conoscere l’epoca e le ragioni per le quali fu costruita in questo luogo […]”. Tale struttura religiosa si trovava al di fuori del paese di Magliano nel contado: la chiesa in questione era lunga 27,37 metri e larga m. 13,09 di impianto basilicale a tre navate. Come per il resto delle strutture, nel corso degli anni, subì dei restauri che di certo non furono docili. Lo stesso mons. Scipioni nel suo testo ci ricorda che erano presenti due cicli pittorici: il I quelli nell’abside ed II quello della cappella della Madonna e della navata mediana. Tali affreschi vennero commissionati dalla nota famiglia Giorgi negli ultimi anni ’30 del 1600. Ma il tracollo di questa opera d’arte lo si ebbe, come in tutta la Marsica, in quella fredda mattina del 13 gennaio del 1915. La chiesa in questione subì dei danni, ma non erano paragonabili a quelli inferti sull’altra parrocchia di Magliano, quella di Santa Lucia.
Nonostante la forza dei parrocchiani, la chiesa di Santa Maria ad Nives venne lasciata al suo triste destino. Le parole di mons. Scipioni raccontano questo stato d’abbandono: “fu orribilmente mutilata, ma pure con qualche aiuto si sarebbero potute risarcire le profonde ferite se l’amore e zelo e consapevolezza del proprio dovere avessero animate le autorità civili e religiose”. La nuova chiesa, del tutto diversa da quella originale, venne riaperta al culto il 13 settembre del 1970 e funzionò per qualche anno. Purtroppo, da alcuni anni, tale chiesa è chiusa ai fedeli ed è vittima del logorio del tempo: tale problematica si somma all’inciviltà di alcuni che osano appartarsi nella stradina adiacente alla struttura, ma anche di coloro che, consumando ogni cosa (dalle sigarette a snack e bevande varie) osano lasciare li come orridi trofei della loro ignoranza la l’immondizia. Ma la leggenda della Madonna della Neve ci insegna una cosa, che i miracoli esistono e torneremo a sorprenderci, casomai dinanzi ad una nevicata in agosto.