di Roberta Placida
GIOIA DEI MARSI – L’Hotel ristorante Filippone, il Comune di Gioia dei Marsi e il Gruppo Artisti Marsarte, hanno inaugurato ieri, sabato 7 Aprile, presso il Filippone a Gioia dei Marsi, la collettiva permanente di arte contemporanea. Se acqua, aria, terra e fuoco sono i quattro elementi che costituiscono la quadruplice radice di tutte le cose, bellezza, arte e cultura, sono gli elementi che costituiscono il fondamento dell’humanitas, quel sentimento che ci fa riconoscere uomini negli altri uomini. E la collettiva permanente di arte contemporanea del Gruppo “Marsarte” vuole aprire una finestra sulla bellezza di cui è capace lo spirito umano quando si eleva dalle pastoie della convenienza e del guadagno. È l’arte per l’arte, intesa come libera e massima espressione dell’animo che nella manifestazione del genio trova il proprio modo di conoscersi, riconoscersi e comunicarsi.
«Gli artisti del Gruppo Marsarte – dice il critico d’arte prof. Maurizio Lucci – rispondono ad un bisogno interiore creativo nobilissimo e dimostrano come pensieri e culture diversi possano trovare, attraverso l’arte, affinità e possibilità di progresso, non solo attivando ricerche formali ed esperienze condivise, ma tendendo ad un arricchimento delle coscienze, da diffondere attraverso un’aura spirituale».
Un’esperienza conoscitiva, di arricchimento e crescita interiore, di confronto, l’arte è tale, sempre secondo Lucci, se risponde a tre caratteristiche fondamentali: l’originalità, imprescindibile perché essa abbia la capacità e gli orizzonti visivi e mentali di chi la produce e di chi ne usufruisce: essa deve essere generata da una pulsione endogena dell’artista ed ecco, quindi, la seconda caratteristica che contraddistingue un’opera d’arte: la necessità interiore, l’impellente bisogno emotivo e cognitivo di rivelazione della propria anima e, da questa sorta di “imperativo categorico” di estrinsecazione, nascono il fascino poetico e il potere mistico che rendono una qualsivoglia produzione una vera creazione artistica.
L’artista è in sostanza un demiurgo creatore che mette ordine nel caos magmatico delle emozioni, del non detto, del non visto, dell’ignoto che a lui si rivela e che, nell’anarchia del rispondere solo a se stesso, trova una superiore armonia.