AVEZZANO – Allarme screening di prevenzione nelle strutture della Asl 1 Avezzano, Sulmona L’Aquila. A lanciarlo è la Cgil provinciale dell’Aquila che parla di malgoverno delle liste di attesa unito al cronico problema della carenza di personale.
Un complesso di situazione, secondo la Cgil che va a tutto detrimento del servizio, mette a rischio la tutela della salute dei cittadini, oltre a produrre gravi disagi sia per gli utenti sia per i lavoratori delle strutture sanitarie pubbliche.
La Cgil Provinciale dell’Aquila, quindi, oltre ad esaminare tutta la situazione amministrativa e sanitaria della Asl Avezzano, Sulmona, L’Aquila, chiede un immediato intervento per iniziare a dare soluzioni a questa situazione, ma al contempo annuncia di essere pronta alla mobilitazione di tutto il personale per manifestare apertamente e pubblicamente il persistere di questa gravissima, e pericolosissima aggiungiamo noi, situazione.
Questa la lunga e dettagliata nota inviataci dalla Cgil Provinciale dell’Aquila: «La drammatica carenza di personale nella ASL n. 1 di Avezzano Sulmona L’Aquila ha determinato e continua a determinare enormi problemi ed inaccettabili condizioni sia per gli utenti che per le lavoratrici ed i lavoratori del Sistema Sanitario Provinciale. Come è noto è ormai da mesi che è stato interrotto lo screening gratuito mammografico per i tumori al seno proprio a causa della carenza di personale in servizio nella ASL.
Studi scientifici hanno dimostrato quanta importanza assume una accurata prevenzione attraverso gli screening, esami condotti a tappeto su una fascia più o meno ampia della popolazione che hanno lo scopo di individuare una malattia o i suoi precursori (cioè quelle anomalie da cui la malattia si sviluppa) prima che si manifesti attraverso sintomi o segni. In particolare gli screening oncologici servono ad individuare precocemente i tumori, o i loro precursori, quando non hanno ancora dato segno di sé. Mentre con la prevenzione primaria si cerca di evitare l’insorgenza del cancro, per esempio attraverso interventi sugli stili di vita o sull’ambiente, con la cosiddetta prevenzione secondaria, di cui fanno parte gli screening, si mira ad individuare la malattia quando è più facilmente curabile.
Nel territorio provinciale tale buona prassi non viene più garantita poiché non vi è personale sufficiente ad erogare tutte le prestazioni necessarie. Ma il quadro del Servizio Sanitario Provinciale è, a dire il vero, ancora più sconcertante. Infatti, come più volte denunciato da questa Organizzazione Sindacale lunghissimi sono i tempi di attesa per moltissime tipologie di prestazioni, sia di tipo diagnostico, sia per quanto riguarda diverse prestazioni specialistiche.
Riteniamo che in tale contesto, che palesa un malgoverno delle liste di attesa, vengono fortemente colpite e danneggiate le fasce più deboli, ovvero tutti coloro che hanno problemi di salute e tutta quella fascia di popolazione che si trova in una situazione di disagio economico e che, non potendosi permettere soluzioni alternative rivolgendosi a pagamento a strutture private, è costretta a rinunciare alle cure.
La principale causa del quadro sopra descritto è, come da sempre denunciato dalle scriventi Organizzazioni Sindacali, la cronica carenza di personale nei reparti e nei servizi ospedalieri e distrettuali della ASL. Ricordiamo infatti che nell’intero territorio Provinciale risultano carenti oltre 700 unità lavorative a tempo indeterminato dei vari profili professionali, a cui si aggiungerebbero, tra il 2019 e ed il 2020, circa 300 lavoratori con possibilità di pensionamento con quota 100. La suddetta carenza è solo parzialmente compensata da un notevole ricorso al lavoro precario – oltre 400 unità lavorative – nel quale risultano attive diverse tipologie di lavoro “flessibile”, di cui una parte risulta essere il personale a tempo determinato assunto dalle graduatorie di avvisi pubblici e che da numerosi anni è in attesa delle procedure di stabilizzazione avendo nel frattempo maturato i requisiti della cd. Legge Madia, e un’altra consistente parte risulta essere il personale assunto in somministrazione.
Da quanto appena descritto emerge un quadro complessivo intollerabile che evidenzia come la ASL, da ormai troppo tempo, ha pensato di poter risolvere il problema strutturale attraverso la precarizzazione del lavoro e, di conseguenza un indebolimento delle prestazioni sanitarie. A ciò si aggiunga che siamo ormai giunti nel periodo estivo, in cui ogni lavoratore, dopo aver lavorato in condizioni massacranti per tutto l’anno, saltando i riposi obbligatori previsti dalla Legge ed avendo lavorato in condizioni di carenza di personale, dovrà usufruire del meritato periodo di riposo per il recupero psico-fisico garantito dal diritto alle ferie. In merito a ciò sono già arrivate diverse segnalazioni da parte dei lavoratori che denunciano che per poter usufruire del diritto alle ferie, gli stessi saranno costretti ad effettuare turni di lavoro ancora più massacranti in quanto in alcuni reparti, attraverso specifici ordini di servizio, si sarebbe cominciata a fare una programmazione della attività ordinaria attraverso il ricorso al lavoro straordinario in netta violazione delle vigenti norme legislative e contrattuali con conseguente aggravio di costi e contestuale sfruttamento dei lavoratori.
Tutto quanto sopra premesso e considerato, nel ricordare che è stata da già da qualche settimana trasmessa dalle scriventi una richiesta di audizione in V Commissione Regionale Salute, Sicurezza, Sociale, Cultura, Formazione e Lavoro, in merito alla quale ancora non è pervenuto alcun cenno di riscontro, torniamo a ribadire che è necessaria una azione immediata e non più procrastinabile – da parte di tutte le Istituzioni – finalizzata ad affrontare e risolvere, una volta per sempre, tutte le problematiche riguardanti la Sanità del Centro Abruzzo e delle Aree interne, a difesa del territorio, dei cittadini, degli operatori e dei servizi sanitari, poiché le Istituzioni hanno l’obbligo costituzionale di dover assicurare il diritto alla salute ad ogni cittadino senza dimenticare il contesto sociale, territoriale ed orografico di riferimento.
Riteniamo infine che vengano immediatamente ripristinati Servizi Sanitari adeguati e di qualità che diano risposte positive, certe e definitive rispetto alla richiesta di prestazioni sanitarie ed alla necessità di saturazione di fabbisogno del personale. Non vorremmo infatti, che anche quest’anno – come accaduto negli anni precedenti nella ASL Provinciale – i Servizi Sanitari vengano “chiusi per ferie” come se si stesse gestendo una qualsiasi attività commerciale, negando, così facendo, il diritto Costituzionale alla Salute. Le lavoratrici ed i lavoratori della ASL n. 1 di Avezzano Sulmona L’Aquila ed i cittadini dell’intera Provincia, unitamente alle scriventi Organizzazioni Sindacali, sono pronte alla mobilitazione non essendo più possibile continuare ad aspettare soluzioni declinate al futuro».