AVEZZANO – Parliamo ancora degli esami di Stato di questo nostro 2019.
La prima prova, quella di Italiano, è sicuramente quella fondamentale perché è legata all’uso della lingua, alla comunicazione, al pensiero e a tutto il resto, una autentica base sulla quale si costruiscono professioni, lavori ed esistenze.
Le proposte del Ministero quest’anno non prevedono più una traccia “storica”, quindi il tema di storia non è più possibile!
Ma vediamo le tracce:
1) “Risvegli” di Giuseppe Ungaretti legata all'”Allegria”, “Il Porto Sepolto”;
2) “Il Giorno della Civetta” di Leonardo Sciascia;
3) di Tommaso Montanari un brano tratto da “Istruzioni per l’uso del futuro”;
4) da Steven Sloman e Philip Fernbach dalla “Illusione della conoscenza”;
5) di Corrado Stajano un brano dalla “Cultura Italiana del Novecento”;
6) dal discorso del prefetto Luigi Viana (sottolineato “dottore” nella indicazione del testo…);
7) da un articolo di Cristiano Gatti su sport e storia ovvero su Gino Bartali “Giusto tra le nazioni”.
Nel leggere le “istruzioni all’uso delle tracce” e le “tracce stesse” ecco che non può nascere che stupore e dubbio, infatti, in tutte aleggia il fantasma del “convitato di pietra”, ovvero quella “storia” che si voleva eliminare, in realtà è presente in tutte le tracce:
1) sullo sfondo i versi hanno la Grande Guerra;
2) la Sicilia di Bellodi e Don Mariano Arena è una Sicilia storica e storicizzata nella analisi di una mafia che si evolve nel tempo, lasciando riti antichissimi;
3) il patrimonio artistico si struttura nel tempo che è l’asse portante della storia, anche dell’arte;
4) quel giorno a Bikini è storia;
5) come si può parlare del Novecento senza farne la storia, senza fare storia;
6) l’episodio di Dalla Chiesa non si può che inquadrare in un discorso storico della lotta dello Stato alla Mafia, perché, in fondo, è un secondo prefetto, dopo Cesare Mori;
7) la vita di Gino Bartali è la ricapitolazione di episodi del ‘900, dalla lotta per salvare ebrei dalla persecuzione razziale all’episodio della Vittoria al Tour in relazione all’attentato a Togliatti.
A leggere bene, dunque, le tracce salta agli occhi che gli “esperti ministeriali” hanno fornito la loro esatta misura e così la storia esce dalla porta per rientrare subito dopo dalla finestra…
Fatti di questo nostro paese dove i politici temono la storia al punto eliminarla, ma non conoscendola appieno, ecco che la reintroducono: un esempio di contrappasso o di “nemesi storica”…