di Pierluigi Palladini
AVEZZANO – Il capo non si contesta, il capo non sbaglia mai, il capo non dorme riposa, il capo non legge si informa. Roba da anni ’50 al massimo ’60. E invece no. La storia è la seguente ed ha per teatro il Comune di Avezzano.
Già nei giorni scorsi, a dire il vero, girava una questione relativa ad una dipendente che sarebbe finita sotto l’occhio vigile e severo dei tutori della disciplina e del rispetto a causa di un applauso giudicato fuori luogo e troppo caloroso.
Si dice addirittura che sia stato fatto all’indirizzo dei nuovi consiglieri, subentrati a quelli irregolarmente nominati, nella seduta del Consiglio Comunale del 10 marzo scorso.
La cosa, però, deve aver preso piede o deve essersi largamente diffusa, o quantomeno in misura giudicata preoccupante. Ed allora i medesimi tutori di cui sopra, hanno deciso di far emanare una direttiva: la temutissima Direttiva n. 2 barra 2018 (mi spiace il bis non c’è).
Indirizzati ai Dirigenti ed ai dipendenti del Comune di Avezzano, ve ne proponiamo integralmente (senza alcuna modifica) il testo: «Prevengono a questo ufficio segnalazione di comportanti aventi rilevanza disciplinare, tenuti da alcuni dipendenti consistenti nella pubblicazione di post, su noti social network quali ad esempio “facebook”, contenenti affermazioni offensive e pregiudizievoli dell’immagine e del decoro dell’istituzione pubblica rappresentata dal Sindaco, dai Consiglieri comunali e dalla Giunta del Comune di Avezzano.
Atteso che i post scritti sui social network sono potenzialmente visibili da tutti i cittadini utenti.
Richiamati gli artt. 2104 (Diligenza del prestatore di lavoro) e 2015 (Obbligo e fedeltà) del C.C., che prevedono l’obbligo di fedeltà del dipendente nei confronti del datore di lavoro, che integra, secondo la giurisprudenza consolidata, un contenuto più ampio, che impongono correttezza e buona fede anche nei comportamenti extralavorativi, necessariamente tali da non danneggiare il datore di lavoro.
Atteso che le condotte poste in essere dai dipendenti comunali, lesive dell’onore e del prestigio del Sindaco, del Consiglio Comunale e della Giunta, volte a ridicolizzarli in pubblico, contrastano con quanto stabilito dall’art. 10 del D.P.R. 16.04.2013 n.62 Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell’art. 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165, che così dispone: “Nei rapporti provati, comprese le relazioni extralavorative con pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni, il dipendente non sfrutta, né menziona la posizione che ricopre nell’amministrazione per ottenere utilità che non gli spettino e non assume nessun altro comportamento che possa invece nuocere all’immagine dell’amministrazione.”
Si invitano tutti i dipendenti comunali a tenere, anche sui social network, comportamenti conformi al dovere di fedeltà nei confronti del datore di lavoro, evitando condotte lesive dell’onore ed al prestigio del Sindaco, del Consiglio Comunale e della Giunta.
Si avverte che ove vengano segnalati comportamenti di tal genere, tenuto conto di quanto previsto dal vigente CCNL quadriennio normativo 2006/2009 del personale del comparto Regioni ed Autonomie Locali, sottoscritto l’11 aprile 2008, saranno prontamente avviati procedimenti disciplinari. Distinti saluti – Segretario Generale Dr.ssa Manuela De Alfieri».
Sulla questione è intervenuto il consigliere comunale ed ed ex assessore all’ambiente, Giunta Di Pangrazio, Roberto Verdecchia: «Tira aria di censura e repressione. Che tutti i dipendenti di qualsivoglia ente e istituzione statale siano tenuti al rispetto e al decoro dell’istituzione stessa che, lavorandoci, rappresentano, questo è risaputo e più che giusto. Che, però, si voglia confondere il piano della discussione, è altrettanto chiaro. Gli attuali amministratori – dice Verdecchia – vogliono mettere sotto lo stesso tetto l’offesa e l’oltraggio con l’espressione di dissenso o di un pensiero diverso che, fin che nei limiti della correttezza, del rispetto e della tolleranza, sono diritti tutelati dalla Costituzione Italiana. Evidentemente – conclude Verdecchia – il dissenso e l’incomprensione per scelte interne ed esterne al palazzo municipale di Avezzano sta montando e questo agli attuali amministratori proprio non piace. Caro De Angelis non siamo nella sua azienda, ma nella pubblica amministrazione, si adegui.».
In buona sostanza, si rischia di finire sotto procedimento disciplinare, che reiterato può portare al licenziamento del/dei dipendente/i, per una battuta su Facebook, per un MI PIACE che non piace, o, come avvenuto, per un gesto, magari frainteso, ma che in questo clima venutosi a creare da un anno in qua, viene visto sospetto e interpretato come offesa al Sindaco, alla Giunta o all’Amministrazione. Insomma il megadirettoregeneraleintergalattico non è criticabile. Il Comune di Avezzano la mensa non ce l’ha e quindi è scongiurata, per i dipendenti, la crocifissione in sala mensa. Come direbbe il mitico ed ineguagliabile Fantozzi ragionier Ugo (alias paolo Villaggio) del quale cresce esponenzialmente il rimpianto: «Come è umano lei!» (e non mettete mi piace su Facebook! n.d.r.)