OVINDOLI – Natalia D’Angelo è uno degli orgogli sportivi marsicani. Nata ad Ovindoli nel 1997, ha iniziato sin da piccola a praticare il Taekwondo a Celano nella palestra dei fratelli Cotturone. Pochi anni fa, proprio grazie alle sue qualità e alle sue doti è entrata nel giro della Nazionale passando nel gruppo sportivo delle Fiamme Oro. Negli ultimi tempi i risultati brillanti ottenuti nelle competizioni internazionali l’hanno di fatto trasformata in un vero e proprio punto di riferimento per lo sport abruzzese, tanto che ormai non si fa più mistero su una sua più che probabile partecipazione ai giochi olimpici di Tokyo 2020.
Nel prosieguo troverete una breve intervista che ci ha gentilmente rilasciato a seguito dell’ ultima competizione che l’ha vista impegnata nei giorni scorsi al Foro Italico a Roma e dopo la convocazione alle Universiadi 2019.
Abbiamo cercato di capire assieme all’atleta azzurra alcuni retroscena della vita di uno sportivo.
Il Taekwondo è stato uno sport per molti anni sottovalutato nel nostro Paese. Esso, in quanto sport di combattimento ben rappresenta la metafora della guerra, della sfida, della lotta. Una pratica che, contrariamente agli sport di squadra, tutto fa dipendere da specifici status soggettivi che a volte esulano completamente dalle condizioni fisiche. Il combattente prima e durante la lotta è sempre e solo alle prese con se stesso, con il proprio umore con le proprie ansie, preoccupazioni e paure.
Noi siamo tuttavia convinti del fatto che i campioni si differenziano da tutti gli altri atleti, solamente per la costanza con la quale ottengono risultati nel tempo. Per questo vogliamo sfatare il “mito” del talento concedendo ad esso solo il dieci percento delle responsabilità delle vittorie in generale; il resto è tutto da attribuire proprio alla costanza. Possiamo esser certi nell’affermare, quindi, che il segreto del successo in generale (professionale, sportivo, artistico… e così via) risiede proprio nella congiunzione di talento e costanza.
I campioni non possono assolutamente concedersi il lusso di cadere nel dimenticatoio nemmeno per un breve periodo. Devono far parlare sempre di sé, possibilmente nel bene. Finanche la sconfitta che può, e anzi deve arrivare, dovrà trasformarsi in un evento raro che serve a chi come noi, che lo sport cerchiamo di raccontarlo, solo per fare maggiori ascolti.
Natalia nonostante la giovanissima età (21 anni) ha forse ha intuito tutto questo; non a caso è già da qualche anno che si parla di lei e dei suoi traguardi ottenuti. A partire da quel 2015, anno nel quale divenne Campionessa d’Europa, è stato in effetti solo un susseguirsi di trionfi.
- Natalia oramai sei una sportiva affermatasi nel panorama internazionale, ci racconti come è iniziata la tua avventura? Il primo approccio con questo sport è avvenuto per pura casualità, stufatami di fare danza da piccola ho provato qualcosa di più dinamico ed è così che ho iniziato a frequentare la palestra dei maestri Cotturone a Celano. La mia avvenuta da atleta professionista è nata nel 2014 quando dopo un periodo di STOP ho deciso di riprendere ad allenarmi, la cosa è cresciuta spontaneamente senza previsioni, mi allenavo tutti i giorni per raggiungere piccoli obbiettivi.
- Come è cambiata la vita dopo essere entrata nel giro della Nazionale? La Nazionale è uno dei traguardi che si sogna da quando si è piccoli, ci si allena e si fatica in palestra per poter entrare a farne parte. La squadra offre tantissime opportunità, facendone parte hai la possibilità di poter partecipare ai tornei di maggior valore ad esempio Europei, Mondiali ed Olimpiadi. Ma la cosa più bella di tutte è poter rappresentare il proprio paese all’estero.
- Hai gareggiato in competizioni anche fuori dal continente; un’atleta come vive i momenti di preparazione alla gara, gli attimi precedenti e quelli immediatamente successivi? Gareggiare è ogni volta un’ esperienza bellissima. Ogni atleta vive le giornate/a pre gara in maniera diversa, ognuno ha le proprie ansie. Sicuramente viaggiare molto, per quanto possa essere bello, a volte non aiuta. Ad esempio molte volte ci troviamo in posti in cui è difficile rispettare la dieta. Gli attimi che precedono una gara sono sempre caratterizzati da un po’ di tensione, si ha sempre ansia ed è forse una delle parti più difficili perché bisogna rimanere sempre concentrati e non farsi distrarre da ciò che ti circonda. A differenza, gli attimi immediatamente successivi alla gara possono essere pieni di gioia e felicità se si porta un bel risultato a casa, nel caso contrario si è sempre nervosi e suscettibili; per quanto mi riguarda nel momento in cui perdo una competizione cerco di analizzare bene il combattimento con uno dei tecnici, per capire dove ho sbagliato.
- Per ottenere ottimi risultati è necessario essere attenti anche e soprattutto all’alimentazione; ci racconti come e cosa ti aiuta a tavola? Ovviamente come tutti gli atleti professionisti anche io seguo un regime alimentare controllato. La Nazionale ci mette a disposizione un nutrizionista che ci segue quotidianamente e ci aiuta. A tavola resistere a tutte le pietanze non è semplice, specialmente quando sono a casa, ma in questi casi bisogna tenere duro e non farsi tentare. Ovviamente anche per me non mancano i momenti liberi in cui posso mangiare quello che desidero.
- Il momento che ricordi con più emozione, la vittoria che reputi più importante?Il momento più emozionante è sicuramente la vittoria del Campionato Europeo nel 2015, non riuscivo a credere a quello che stava succedendo, alla fine del combattimento era tutto un piangere e ridere .
- …E la sconfitta peggiore? Sconfitta peggiore non ne ricordo una in particolare, anche se ce ne sono state.
- Come abbiamo detto già sopra, non bisogna più fare mistero per la tua partecipazione alle prossime Olimpiadi. Cosa puoi dirci in merito? Le Olimpiadi sono il sogno di ogni atleta ed ovviamente anche il mio. Rappresentano la conclusione di un cammino. Andare alle Olimpiadi significherebbe realizzare il mio sogno. La partecipazione alle prossime Olimpiadi non è semplice, si disputerà una qualifica continentale il prossimo Aprile e ci sono possibilità che i tecnici nazionali decidano di portare me per provare a qualificarmi. Ma per ora è ancora tutto aperto non sappiamo nulla.
- Come giudichi il tuo rapporto con i compagni di squadra della Nazionale? C’è molta competitività? La squadra è una parte fondamentale del lavoro, quando sei a terra, stanco degli allenamenti e sai che tutti stanno come te cerchiamo sempre di spronarci a vicenda per dare il massimo. Ci sono ragazze che fanno la mia stessa categoria di peso, quando siamo insieme durante gli allenamenti e le competizione ovviamente c’è competitività, ma fuori dai campi di gara stiamo insieme e ci divertiamo tutti. Ogni atleta pensa al proprio percorso sportivo e cerca di fare del meglio anche se questo significa competere con le amiche.
- Negli ultimi anni il Taekwondo ha preso molto piede anche in Italia, come ci spieghi questo evento? Perché dopo tanti anni di trascuratezza, solo ora ha avuto modo di “esplodere”? Negli ultimi anni il Taekwondo si sta diffondendo sempre di più, molto probabilmente perché sempre più bambini si stanno avvicinando a questo sport. Inoltre molte sono le campagne di diffusione che stanno utilizzando per far conoscere questo sport, anche attraverso i social.
- Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? Prossima gara da dover affrontare sarà a Napoli le Universiadi, come già sapete. Obiettivo per questa gara: sicuramente far bene e cercare di portare un buon risultato a casa.
- Da Ovindoli sei andata via solo fisicamente, lì ci sei cresciuta e hai vissuto gran parte dei tuoi anni… Sono molto affezionata alla mie origini e soprattutto alla mia terra. Ovindoli per me oltre ad essere casa è uno dei motivi che mi spinge a dare tutta me stessa ogni volta che combatto. Cerco sempre di portare in alto il nome del paese, per potervi regalare qualche emozione e cercare di far sognare anche voi con me.